Storia di vita vera e vissuta: quando manca l’ispirazione (storia di un flusso di coscienza)

Succede a volte che apro il mio simpatico blog, pronta a scrivere un articolo e… nulla, vuoto. L’ispirazione è da un’altra parte. E questo può essere un problema. Soprattutto per chi con un blog cerca di farsi conoscere, di usarlo come Case History e da usare come arma non convenzionale in sede di colloquio, quando si è in cerca di lavoro.

Scenario tipico di questi casi
Direttore del Personale:”Leggo nel tuo curriculum che hai un blog?”
“Sì, e ha tipo mille mila visite al mese. La gente MI AMA! E l’ho detto che sono una Feeder su Twitter? Lo dice Klout! Tutti aspettano CON ANSIA quello che ho da dire”
E poi di solito mi sveglio.

In questo momento potete chiaramente capire che sì, io al momento non so cosa diavolo scrivere e che quindi sto andando avanti senza avere la minima idea di come andrò a concludere questo post.
Quando avevo 17 anni ho aperto il mio primo blog. Era difficile che non venisse aggiornato per il semplice fatto che raccontavo cosa facevo a scuola, scrivevo delle giornate passate in compagnia (ci facevamo chiamare Comunità di Recupero Zoidberg) e infine davo la mia opinione sulla bellezza oggettiva e soggettiva di Fabio (“E’ troppo un figo”). Avevo sempre qualcosa di cui parlare.
Da allora di blog ne sono arrivati altri, alcuni sono ancora aperti ma abbandonati e altri invece sono stati chiusi per motivi vari. Quando ho aperto questo blog mi sono detta: questo è un blog serio, qua si dovrà parlare di Social Media e Seo e robe del genere, solo roba da nerd e geek, al massimo ogni tanto qualche storia breve per spezzare.

Questo sistema, di dare un argomento specifico al blog, aiuta la maggior parte delle volte e sicuramente per Google è molto più facile indicizzarmi e ottimizzarmi, ma a volte mi risulta limitativo. Per me è impossibile riuscire pensare a dipartimenti stagni. Anche se sembra impossibile la mia vita non è solo Internet, non guardo solo i telefilm, mi viene difficile pensare “devo scrivere un post martedì perché così avrà più accessi, mentre giovedì e venerdì è meglio evitare perché non li legge quasi nessuno”.

A volte mi manca l’ispirazione. Entro sul blog e il vuoto mi assale. Zero idee. Altre volte invece avrei mille cose da scrivere, ma mi tocca scartarle perché “questo non è adatto in linea con gli argomenti del mio blog, è un fuori tema”.

Poi c’è un altro motivo per cui, certe volte, mi fermo mentre scrivo. Come tutti gli esseri umani ho delle opinioni, ma ogni volta che scrivo una mia opinione rischio di offendere qualcuno e rischio di essere attaccata, anche se magari ho ragione. Quindi mi censuro da sola. Mi fermo, mi chiedo: ne vale la pena? Devo veramente farmi venire il sangue marcio per difendere una mia opinione?
Le discussioni mi piacciono e sono una “testa dura” a volte, ma si arriva a dei punti in cui ti ritrovi a combattere contro i mulini a vento e quindi mi chiedo, di nuovo, ne vale la pena?
In teoria la mia risposta è sì, ne vale la pena, perché la mia opinione ha un valore, ma nella pratica mi tocca soppesare le parole ogni volta che scrivo qualcosa. Altro che Voltaire e il “non approvo quello che dici…”.

Oggi prendiamola così: niente ispirazione, niente limiti e nessun trucchetto per ottimizzarsi meglio, niente censure… e posto adesso: 12.33 di mercoledì 19 ottobre. I miei potenziali lettori saranno in pausa pranzo, non è un buon orario. Sapete che vi dico?

E chi se ne frega!