Sono noiosi e rompono le scatole, lo sappiamo tutti, sono su Twitter che intasano i trending topic, sono su facebook che pArlAnO cOSì e si amano di bene (qualsiasi cosa voglia dire) e sono su Tumblr. In sostanza sono ovunque! Stiamo parlando dei bimbominkia e delle loro abitudini alimentari sociali nell’ambito web 2.0. Ma chi sono questi fantomatici bimbominkia e perché io parlo di difesa della categoria?

Chiedimi chi erano i bimbominkia

Prima di tutto bisogna capire di chi stiamo parlando. Di solito quando ci troviamo di fronte ad un bimbominkia dobbiamo sapere che chi abbiano davanti è probabilmente un adolescente o un preadolescente. In pratica non si tratta di persone ma di ormoni che camminano. Non ragionano, perché sono alle prese con i cambi dell’adolescenza e con tutto che ciò che comporta.
Importante è anche notare che ci sono differenze tra i bimbominkia di sesso maschile e di sesso femminile.

Warning: Hormonal Teenager
ESCAPE! ESCAPE! ESCAPE!

I bimbominkia di sesso maschile di solito sono quelli che esagerano: li trovi nelle chat dei videogiochi a insultare e scatenare flame con chiunque gli passi davanti, nei forum dedicati all’informatica a dire che il loro computer spacca e che loro ne sanno  e soprattutto si vantano di fare troppo sesso. Inutile sottolineare il fatto che hanno dodici anni e sono sempre online e che quindi trovi dubbiose le loro affermazioni, tanto la risposta sarà sempre la stessa:”Dici così perché sei geloso! O forse sei gay”. Per il bimbominkia dodicenne tutti, a parte lui e i suoi amici, sono gay e lo dice come se fosse un insulto: la realtà dei fatti è che sta vivendo quella normale fase chiamata “omosessualità adolescenziale (o transitoria)” e non sa come comportarsi.

Le bimbominkia di sesso femminile invece sono quelle che sbavano per l’idolo di turno e l’idolo di turno non ha sesso: può essere Miley Cyrus o Justin Bieber. Nel primo caso ci troveremo di fronte soprattutto ad una bimbominkia che vuole emulare l’idolo, prendendolo come sommo esempio di vita, mentre nel secondo caso si tratta soprattutto di una cotta adolescenziale portata ai massimi livelli (uno dei motivi per cui i bimbominkia maschi dicono di fare sesso e in realtà non è vero è perché le ragazze della loro età sono impegnate a sbavare sull’idolo di turno).
Così come è inutile far notare ad un dodicenne che sta dicendo cavolate, è altrettanto inutile provare a dire alla ragazzina innamorata di  Justin Bieber che i Queen hanno fatto una versione di Somebody to love nel 1976 e che Justin Bieber non si dovrebbe accostare ai Queen neanche per dire:”Justin Bieber fa schifo, mentre i Queen sono grandi”, perché tanto la risposta sarà sempre la stessa:”Sei solo gelosa, perché lui è bello, bravo e pieno di soldi e tu non sei niente”.

I bimbominkia in sostanza sono fissati e ossessionati e lo sono su tutto. La cosa che li accomuna è che di solito si ossessionano su qualcosa che è obiettivamente brutto agli occhi di un adulto. Il loro libro preferito è Twilight, il loro videogame preferito è Final Fantasy (di solito la versione che tutti odiano), Glee è il telefilm più bello del mondo, amano Justin Bieber, Miley Cyrus e ascoltano canzoni pop odiosissime che a te rimangono nel cervello per settimane e che vorresti una lobotomia, etc etc.
E come detto non hanno il benché minimo spirito critico: quello che amano è bello e sei tu che non lo capisci!

Fin qui sembra che i bimbominkia siano un effetto di una cultura di massa, ma in realtà ci sono anche quei bimbominkia che si dedicano a roba più di settore, per esempio ai fumetti giapponesi. Anche in questo caso i bimbominkia si riconoscono senza problemi. I maschi di solito leggono Berserk (la collection versione Nera), Dragon Ball o Naruto e dicono che sono i migliori manga di sempre. Le femmine leggono Nana (e si identificano in una delle due protagoniste), Dragon Ball e qualche manga della Yoshizumi, in più scrivono fanfictions (che sono terrificanti) e amano lo Yaoi (se non sapete cos’è: wikipedia è vostra amica).

Per finire la descrizione sociale dei bimbominkia sappiate che sono un esercito e si circondano in famiglie. Entrate nei forum e nei social network: la migliore amica della bimbominkia è la sua sorellina/sorellinza/soreeeeeee, è un modo pieno di cugini e di tutti i loro derivati (cugi, cuginetto/cuginetta) e su Facebook solitamente sono sposati.
Tutto ciò che ho scritto fin qui è terrificante, ma allora perché questo post è a difesa di questa categoria?

Bimbominkia: qualcosa è cambiato

Il vero problema dei bimbominkia è uno soltato: popolano gli stessi social network in cui ci sono anche gli adulti. Se evitare i bimbominkia nella vita reale è abbastanza facile, nel web è diventato impossibile.
Prima era semplice: bastava evitare certi forum e certe chat ed eri tranquillo, adesso però i bimbominkia sono su Twitter e anche se non li segui sono loro quelli che creano i trends (sia nazionali che internazionali)  e spesso, troppo spesso, mi ritrovo a leggere  la mia timeline che si lamenta alla voce di “i bimbominkia su facebook, non su Twitter”.

Ma io non posso dirlo, perché sarei un’ipocrita.
In linea di massima penso che tutti quelli che hanno avuto un’adolescenza più o meno normale siano stati dei bimbominkia solo che non se lo ricordano o decidono di ignorarlo. Poi vedrete perché lo dico.

D’altra parte io li trovo innocui. Tra qualche anno penseranno agli anni in cui sbavavano per Justin Bieber e si renderanno conto di quanto erano idioti e che la musica va al di là di “baby baby baby” e cominceranno ad ascoltare roba migliore. Alcuni, non tutti, cominceranno a leggere qualcosa di meglio di meglio di Twilight e non giudicheranno più un attore dalla sua fighezza, ma piuttosto da come recita e da che tipo di persona è.

Siamo stati tutti bimbominkia.

Sebbene la parola bimbominkia in fondo è una definizione relativamente nuova, in realtà di nuovo non c’è nulla, anzi… Il fenomeno bimbominkia è sostanzialmente fanatismo adolescenziale ed ha le sue radici molto lontano nel tempo. Quanto lontano? Diciamo Belle Epoque.
Avrete sentito tutti parlare di Rodolfo Valentino, eroe romantico dell’era dei film muti, divenne famoso per il suo film “Lo Sceicco” e non aveva delle semplici fan: aveva delle fan bimbominkia. Quando morì, il 23 agosto 1926 per una peritonite, le sue ammiratrici impazzirono e il giorno del suo funerale, il 30 agosto, si registrarono più di 30 suicidi e furono migliaia a New York che seguirono il corteo funebre.
Ma quando si parla di fanatismo non si può non parlare dei Beatles. Sono ormai passate alla storia le immagini delle ragazze isteriche che li circondavano negli anni del loro trionfo. E’ così famosa l’isteria che circondava il gruppo di Liverpool che è adesso è diventato un fenomeno sociologico e antropologico che ha anche un nome: Beatlemania. Le ragazze che andavano a vedere gli scarafaggi musicali avrebbero messo i fan di Justin Bieber a tacere.
So già che qualcuno comincerà a dirmi che non è che posso comparare i Beatles con Justin Bieber e che è una bestemmia. E’ vero, ma è anche vero che i Beatles che scatenarono la beatlemania erano i beatles di She Loves You e non di Blackbird e, diciamolo, sono due categorie diverse (ti ama, sì, lei ti ama e non può essere male, sì ti ama e dovresti esserne felice: non è un testo impegnato).

Ma Rodolfo Valentino e i Beatles non sono casi isolati. Non si può dimenticare cosa fecero le mosse rock di Elvis ai cuori delle ragazzine dell’epoca. James Dean veniva amato in egual misura dai ragazzi (che volevano essere come lui) e dalle ragazze (che lo adoravano per il suo fare da ribelle). Andando avanti negli anni si può ricordare Happy Days e i primi “Team”: ragazzi e ragazze divise tra Rickie, il bravo ragazzo, o Fonzie, il ribelle.
Negli anni 80 il protagonista indiscusso dei cuori delle adolescenti dell’epoca era Simon Lebon dei Duran Duran, tanto che uscì un meraviglioso film trash che descrivevano l’ossessione di quegli anni e cioè “Sposerò Simon Lebon“. E chi non si ricorda degli ormoni impazziti delle adolescenti nel 1997 che andarono al cinema a vedere Titanic e Leonardo Di Caprio almeno una ventina di volte? Andando avanti nel tempo la situazione non cambia, cambiano solo i personaggi, i film, i libri.

Per quanto mi riguarda la mia adolescenza è stata tutto sommato normale e quindi anche io ero una bimbominkia, anche se già all’epoca cercavo di essere diversa e al di sopra della “massa” (ero già un po’ hipster): l’ossessione per Titanic non ce l’ho mai avuta.
Come preadolescente avevo un’ossessione per Zack Morris di Bayside School, in camera troneggiava il poster dei Backstreet Boys, ascoltavo i Lunapop e sceglievo Gabry (altro che Team Edward o Team Jacob, all’epoca c’erano i Team Cesare e Team Ballo) e robe di questo genere.
Il protagonista indiscusso della mia adolescenza però è stato Dawson’s Creek e potrei scrivere fatti imbarazzanti su questo ma mi limiterò a dire che quando ho visto la puntata finale del telefilm ho pianto un sacco (e non solo perché faceva schifo).
La mia passione per i fumetti giapponesi nasce dal mio essere stata una bimbominkia di Dragon Ball e ovviamente ero anche una fan Yaoi, scrivevo fanfictions imbarazzanti piene di Mary Sue (anche in questo caso: Wikipedia è vostra amica).
Ho cominciato a frequentare forum in quel periodo ed è un bene che quei forum siano ormai siano chiusi, perché anche io ero tutta un fiorire di SOREEEEEEE, cuginette, figliola, madri, padri e marito gay (mi piacerebbe dirvi che sto scherzando).
E poi arrivarono le t.A.T.u., quel gruppo musicale russo di finte lesbiche, e questo coincise con il mio punto massimo di fanatismo, ma anche con l’inizio della mia crescita. Diventai moderatrice del forum italiano delle t.A.T.u. (tatu-girls.net che oggi non esiste più. Per certi versi: grazie a Dio!) e nel momento in cui diventai moderatrice mi sentii investita di responsabilità e quindi la mia situazione cambiò, in più andavo per i 17 anni e ormai mi avvicinavo alla fine della mia adolescenza.

Manco a dirlo in tutto questo casino ovviamente non avevo nessuno spirito critico: Zack Morris era l’amore della mia vita, Dawson’s creek era il meglio, Akira Toriyama (creatore di Dragon ball) era il mio dio e le t.A.T.u stavano insieme perché si amavano non perché era tutta una trovata pubblicitaria.

Il vero problema: i bimbominkia adulti

Quindi a mio avviso i bimbominkia non sono un grosso problema, perché ad un certo punto crescono. Il vero problema invece sono i bimbominkia adulti. Quelli mi spaventano.

Conosco persone della mia età che vanno in giro a dire che Twilight è il racconto di una storia d’amore bellissima, è scritto benissimo e che Kristen Stewart è un’attrice capace. Durante la mia vita ho letto centinaia di libri (alcuni dei quali li potete trovare nella mia libreria Anobii) e non tutti sono dei capolavori della letteratura, ma quanto meno non vado in giro a gridare ai quattro venti che “4 amiche e un paio di jeans” è il libro più bello di sempre e che dovrebbe essere messo sullo stesso piano di “Il buio oltre la siepe”. Più che altro 4 amiche e un paio di jeans mi piace, è uno dei miei libri preferiti perché l’ho letto in un momento particolare e ha significato qualcosa per me.
Io non giudico chi legge Twilight, io ti giudico se me lo paragoni a Orgoglio e Pregiudizio (con tutto che Orgoglio e Pregiudizio non mi è neanche piaciuto e trovo Mr. Darcy sopravvalutato). Twilight è un guilty pleasure. Non di più (in realtà il mio problema con Twilight, che sto usando come capro espiatorio, è  che è un libro sessista e intriso di propoganda mormona, ma queste sono altre storie).

Ma essere un bimbominkia non si ferma solo ad avere idoli o a dubbi gusti letterari, essere bimbominkia può significare anche altro a mio avviso.
Un tifoso di calcio può essere bimbominkia per esempio. Io sono tifosa della Sampdoria da quando avevo 4 anni, la mia storia di tifosa sampdoriana è una storia di famiglia e di una nonna fantastica che oggi non c’è più e anche questo mi rimarrà sempre dentro.
Tifo Samp, ma non può essere la mia vita: la Samp è un bello svago (a volte è irritante), è un’appartenenza a qualcosa, ma se mi dicessero che da domani i tifosi della Samp non possono più essere amici con i tifosi del Genoa la mia risposta sarebbe:”Anche no, il mio migliore amico è genoano”. Alla fine della giornata è il mio amico la persona con cui esco e posso parlare, che ha condiviso con me momenti belli e meno belli, non la Sampdoria (anche se è parte della mia vita, dei miei ricordi).

Il bimbominkia è un ossessionato, un fissato ed è anche una persona che non ha il minimo senso critico. I supporters di Silvio Berlusconi (sì, ce ne sono ancora) sono dei bimbominkia e il decalogo del perfetto berlusconiano spiega bene il perché: a questo punto non puoi stare ancora con Berlusconi a meno che non metti a tacere completamente il tuo senso critico (per far questo può aiutare guardare il TG1 o il TG4).

Essere molto attaccati ad un idolo o a qualcosa di simile (un libro, un film, un telefilm) è sostanzialmente un sintomo di insicurezza. A 14/15 anni è normale avere un idolo o un qualcosa a cui attaccarsi completamente, a dispetto di tutto e tutti, perché è un’età strana e hai bisogno di punti fermi, di appartenere a qualcosa, ad una famiglia di pari.
Finita l’adolescenza si può rimanere fan, ma si deve smettere di essere bimbominkia. Come? Semplice. Ve lo spiego subito: al momento io sono fan di Matt Czuchry e su di lui ho sempre sentito cose positive sia da chi ci ha lavorato insieme sia da chi l’ha incontrato e questo mi fa piacere, ma se domani dovesse arrivare qualcuno a dirmi:”Guarda che Matt Czuchry nel tempo libero prende a calci cuccioli e bambini”, la mia opinione su Matt Czuchry cambierebbe radicalmente, comincerei a pensare che è un po’ uno stronzo e che forse è lui che va preso a calci.
Superare la fase bimbominkia significa riuscire ad affrontare una discussione e non alterarsi come se qualcuno vi avesse appena insultato tutto l’albero geneologico se qualcuno ha un’opione diversa (sulla base di libri, film, attori, musica dico, sia chiaro: se uno si vanta di essere razzista questo è un altro discorso e potete alterarvi, anzi potete proprio incazzarvi).

Conclusioni

Alla fine dei giochi quando parliamo di bimbominkia e di quanto siano fastidiosi sui social network, dobbiamo fare un distinguo doveroso secondo me.

  • Se si tratta di bimbominkia adolescenti: lasciateli fare, prima o poi cresceranno e cominceranno a capire che l’adolescenza è un periodo incasinato e che si può ricordare sia con nostalgia che con imbarazzo.
  • Se si tratta di bimbominkia cresciuti: dipende dal livello di confidenza che avete con costoro. Se sono vostri amici sopportate (se sono gravi potete anche consigliar loro uno psicologo che li aiuti nella loro insicurezza), altrimenti usate la funzione Block/Nascondi e vivete felici. Il bello di internet è che puoi effettivamente non ascoltare certe persone.

P.S. Dopo che questa cosa andrà online mi aspetto le fan di Twilight con la mazza ferrata. Vi ho voluto bene. Sapevatelo.