Negli ultimi tempi sto seriamente valutando l’idea di comprarmi un ereader. Sono una “forte lettrice“, come si può notare dal mio profilo anobii, e sono una di quelle persone che si porta sempre dietro un libro, perché non si sa mai, senza contare che, quando sono alla fine di un libro, di solito di libri me ne porto dietro due. Il fatto che la mia borsa pesi quindi due tonnellate e mezzo, è uno dei motivi per cui mi piacerebbe passare all’ebook. Il secondo motivo è economico, gli ebook costano meno (inoltre gran parte dei classici non costano proprio niente) e questo mi permetterebbe di comprare più libri e leggerne di più. Infine penso all’immensa scelta di titoli e al fatto che molti dei libri che cerco siano introvabili (vedi “La Signora canta il blues” di Billie Holiday: l’ho cercato per mesi prima di trovarlo).

A questo punto dovrei uscire e comprarmi un ereader. Ma quale scegliere? Meglio un Tablet o un ereader? Se è vero che gli ereader hanno tecnologia e-ink, migliore per gli occhi, i tablets hanno dalla loro molte più possibilità di uso (ed è importante per me, visto che lavoro con il web).

Alcuni esempi di Book-Bloggers che si possono incontrare sul Web

Venerdì sera al Berio Cafè, a Genova, c’è stata la presentazione di “La lettura digitale e il web. Lettori, autori ed editori di fronte all’ebook“. La presentazione è stata un momento di incontro e di discussione sugli ereader, sugli ebook, sui blogger e sui social network. Più che una presentazione, sembrava una chiacchierata tra amici (i social fanno anche questo: abbattono la barriera della formalità).

L’incontro ha toccato temi diversi. Io ho subito chiesto qualche opionione sulla pirateria e sulle licenze. Non credo di essere stata chiarissima nell’esposizione della domanda. Il mio dubbio è questo: quando compro un ebook, io non compro il libro, ma ne acquisto la licenza, licenza che in teoria mi si può togliere in qualsiasi momento, come è successo a questo signore qui (leggete l’articolo, è in inglese ed è interessantissimo). In teoria quindi chi scarica illegalmente ha più garanzie di chi acquista legalmente e questo per me è un problema, senza contare che alcuni ebook non funzionano su tutti gli ereader e questo è un altro problema (recentemente questo è stato un problema di un mio collega: ha acquistato un ebook e l’ha potuto portare sul suo iPhone, suo dispotivo di lettura). Il discorso sulla pirateria, che si applica a tutto ciò che passa sul web (musica, film, telefilm, libri etcetc) è un discorso molto ampio, ma ho dovuto fare notare questa cosa, perché è uno dei grossi limiti, a mio avviso, dell’editoria digitale.

Il discorso poi si è spostato sui blogger e sulla loro credibilità, che come dice Andrea Beggi è discorso che si fa dal 2005, ma che secondo me è qualcosa di cui si deve ancora parlare. E’ un argomento importante e come ho scritto in diretta “twitter” per due motivi: con i social le notizie virali sono difficili da fermare e fanno effetto “telefono senza fili”, alcune “blogstar” hanno troppa credibilità e quando cannano è difficile che venga fatto notare (mi viene in mente Beppe Grillo).

Al dibattito è intervenuto anche Arturo R0bertazzi da Berlino che ha parlato soprattutto di Twitter ed è stato anche citato il caso Wu Ming. La meraviglia di Twitter è che ho potuto rispondergli in diretta, esprimendo la mia opinione e dicendo che chi lascia Twitter ci sembra un po’ snob, così come quelli che hanno alimentato il famoso #TornatesuFacebook di qualche giorno fa: sui social si può scegliere con chi interagire e in che modo, si può decidere se provare a parlare e avere dialogo o se usare il simpatico tasto “blocca”.

Altre cose di cui si è parlato

  • Come far avvicinare all’ereader i feticisti dell’odore dei libri
  • L’importanza delle Creative Commons
  • I blogger sono fatti della stessa materia di cui è fatta la passione
  • Anobii e i social network della letteratura
  • Dell’esperimento 128 Battute della Feltrinelli (vi ricordo a proposito che mi potete trovare nel primo e nel terzo libro di “128 battute”) (questo era il momento “tiriamocela”, sorry)
  • La (presunta) standardizzazione del web
  • L’ebook riesce a far leggere anche chi non ci riusciva, grazie alle dimensioni adattabili dei caratteri (con tanto di testimonianza in diretta)
  • Di copertine dei libri e di avere la doppia edizione (questo dibattito è continuato a fine presentazione con Silvia Surano: io due edizioni non me le posso permettere al momento) (devo essere sembrata poco credibile mentre lo dicevo, considerando che avevo l’iPhone in mano, ma lo smartphone mi serve per lavoro e ogni device che possiedo mi è costato molti sacrifici).

Devo ammettere che anche io sono una di quelle persone che a volte sniffa i libri (ognuno ha le sue droghe), ma come potete notare non sono per niente contro all’ereader. L’importante è leggere e, come ho già detto proprio su questo blog, l’importante non è COME si legge, al massimo la cosa importante è COSA si legge.

La presentazione comunque è servita, perché io il libro  alla fine l’ho comprato. “La lettura digitale e il web” al momento è sul mio comodino e ho già cominciato la lettura, sono al primo capitolo e ho già degli appunti, quindi sappiate che vi beccherete la recensione. Io non sono una book-blogger, mi sento una Random-Blogger, perché non ho molte cose di cui scrivere e non voglio darmi limitazioni sul blog (“Il mio blog sono io” ha detto Arturo Robertazzi) e la cosa più importante della serata comunque è stata scoprire Genova sul web, una Genova che discute e blogga e per tanto vi segnalo i blog che stanno parlando dell’incontro.

E comunque il servizio di prestito chiude alle 18.45 e la biblioteca Berio alle 19.