Avevo già parlato di Tumblr qualche tempo fa ed è giunto il momento di riparlarne, perché nel mondo dei Social Media tutto può cambiare nel giro di poco. Nella puntata precedente avevo scritto che i blog aperti su Tumblr avevano superati quelli di WordPress.com e che Tumblr poteva essere un’ottima soluzione di social marketing per alcuni.
A distanza di mesi e con l’ascesa di Pinterest, cos’è cambiato per il social media creato da David Karp?
Da Blogger a Tumbler
Il primo a notare qualcosa di nuovo è stato il fumettista Randall Munroe (la mente dietro al geniale xkcd). Poi sono arrivati anche tutti gli altri. Ebbene sì, è vero, come riportato da Munroe nella sua vignetta, il termine “Tumblr” sta scalando i termini di ricerca su Google, mentre “Blog” è in leggera discesa.
E’ un dato importante?
Direi proprio di sì, anche se è bene fare alcune specifiche.
Secondo Google Keyword Tool “Tumblr” ha circa 45,500,000 ricerche al mese, mentre “Blog” lo supera, arrivando a 151,000,000 ricerche mensili. Tumblr ne ha ancora di strada da fare. Inoltre questo dati vanno anche contestualizzati: Tumblr è il nome di una piattaforma, mentre il termine “Blog” è generico. Cosa significa? In sostanza che quando cerchiamo “Tumblr” su Google, il nostro primo risultato è la piattaforma in questione, mentre quando cerchiamo “Blog” il nostro primo risultato è la pagina di Wikipedia che spiega cosa sono i blog. Si tratta quindi di cose sostanzialmente differenti ed è difficile comparare questi risultati.
Il dato ben più importante da notare, in questo caso, è un altro: nessun altro servizio di hosting blog ha mai avuto così tante ricerche. WordPress, Blogger, Livejournal hanno un volume di ricerca nettamente inferiore a quello di Tumblr.
Ma Tumblr non è per tutti
Nonostante l’incredibile successo e l’incredibile facilità d’uso, come già vi dicevo nell’articolo precedente, Tumblr non è per tutti. Tumblr ha un’audience molto specifica. Sono soprattutto i giovani sotto i trent’anni che amano Tumblr, in particolare si tratta di giovani con aspirazioni artistiche (e per la maggior parte, come quasi sempre quando si parla di Social Media, stiamo parlando di donne).
A questo punto bisogna ricordare che Tumblr viene definita una piattaforma di “Microblogging” (come Twitter) e quindi per avere successo bisogna ricordare che la comunicazione è tutto. Tenendo conto di questo e del target, si possono ricavare alcune regole comportamentali
- Nessuna formalità: usate un linguaggio diretto, senza fronzoli e siate sinceri (in teoria questa regola andrebbe applicata a tutti i Social Media, ma vale specialmente quando il tuo target è giovane)
- Evitate di perdervi in chiacchiere: siate sintetici, si tratta di microblogging per una ragione
- Usate foto, video e soprattutto GIF animate
Tumblr non è SEO-Friendly
Tenete bene a mente che Tumblr, sebbene popolare, non è molto ottimizzabile, perché comunque è un servizio di microblogging: potreste avere più fortuna ad ottimizzare un Tweet che non un post su Tumblr. Non è un caso che David Karp, il Mark Zuckemberg di Tumblr (questa spiegazione è meravigliosa, scusate, mi faccio i complimenti da sola!), abbia recentemente dichiarato che la maggior parte del traffico del sito arriva da Facebook e da Twitter e non da Google come si ci aspetterebbe.
Anche Google Analytics serve a poco su Tumblr, perché vi da un’idea delle visite che ricevete da fuori, ma non vi da molte informazioni sui vostri followers e su quanti vedono i vostri post dalla dashboard. In sostanza se stavate pensando di sostituire il vostro blog aziendale con Tumblr, pensateci ancora: Tumblr e Blog sono due realtà ancora molto diverse, non si fanno per forza concorrenza e possono tranquillamente convivere insieme.
E infine ricordate che…
Tumblr è diverso da tutto ciò che si vede in giro in questo periodo e fa di questa differenza il suo punto di forza, lo si capisce semplicemente leggendo i termini di servizio di questa piattaforma.