Femminismo significa parità di diritti tra uomo e donna
Ho bisogno del femminismo perché sciovinismo e ineguaglianza feriscono tutti

Dopo molto tempo torno a parlare di sessismo. Il mio ultimo post “Sessismo nei Media – Cinema” risale al 29 febbraio scorso. Sono passati un po’ di mesi, ma posso confermarvi che il sessismo non è morto nel frattempo, anzi, continua ad essere vivo e vegeto. Qualche settimana fa per esempio, ero ad una cena con persone molto più grandi di me ed ho detto di essere femminista. Nessuno dei commensali sapeva cosa “femminismo” significa e l’hanno associato alla parola “maschilismo”, dicendo che erano due facce della stessa medaglia. Ma non è vero. C’è una profonda differenza tra maschilismo e femminismo, una differenza di vocabolario.

Maschilismo è “atteggiamento psicologico e culturale fondato sulla presunta superiorità dell’uomo sulla donna”.
Femminismo invece è  “movimento sorto nell’Ottocento per rivendicare alle donne la parità giuridica, politica e sociale con gli uomini | dagli anni ’60 del Novecento, movimento che mira a proporre valori culturali autenticamente femminili, in alternativa a quelli maschili e ai ruoli tradizionalmente attribuiti dall’uomo alla donna”.

Avete capito la differenza? Chi è maschilista significa che crede che gli uomini siano superiori alle donne (oggettivamente falso), mentre il femminismo è un movimento per la parità di diritti tra sessi. Tengo a precisare inoltre che le donne possono essere maschiliste così come gli uomini possono essere femministi.

Ma allora perché molta gente, anche di alto livello culturale come i miei commensali, pensano al femminismo come qualcosa di sbagliato, di sovversivo, come qualcosa che alla pari del maschilismo? Non ci crederete, ma il problema è sempre quello: la rappresentazione mediatica. E direi che questo nuovo post può partire da qui.

The Straw Femminist

In inglese si chiamano “Trope” e ce ne sono milioni nella cultura popolare, tanto da meritarsi un sito che li raccoglie tutti e che è molto popolare (e sul quale passo ore: è peggio di Wikipedia). In sostanza i “Trope” sono cliché. E uno dei cliché più utilizzati nei media, che come avevo già accennato nel post sul cinema è dominio di uomini bianchi (le donne in posizione di potere nel campo di telecomunicazioni, pubblicità e intrattenimento sono il 3%), è quello della Straw Femminist. Questo è ciò che da una cattiva nomea alle femministe e per cui, ogni volta che accenno di essere una femminista, devo anche raccontare cos’è davvero il femminismo. L’esempio di questo “trope” è importantissimo, perché ci fa capire quanto siamo influenzati dai media, nonostante la storia ufficiale ci dica qualcosa di diverso. Prima di parlare nel dettaglio di “The Straw Feminist” vi lascio il video di FeministFrequency

Quindi la femminista che appare in televisione e al cinema è effettivamente rappresentata come una persona che odia gli uomini e che è convinta della superiorità della donna sugli uomini. Questa caratterizzazione serve a screditare tutto un movimento storico importantissimo. Io stessa sono stata ingannata da queste rappresentazioni e spesso ho detto frasi come:”Non sono femminista, ma…”. La realtà dei fatti è che la maggior parte delle persone è femminista, solo che non lo sa, solo che ha un’immagine completamente sbagliata di cosa sia il femminismo. Lo ripeto: il femminismo è volere parità di diritti tra i sessi.
Come viene detto nel video di Feminist Frequency, un’altra delle ragioni per cui le femministe nei media ci appaiono come delle pazze è che sono piazziate in ambienti dove il sessismo non esiste, dove c’è la parità dei sessi. Non credo ci sia necessità di ricordarvi che il sessismo esiste eccome e che non è una faccenda del “terzo mondo”.

C’è ancora un po’ di speranza

Tammy Taylor, Alicia Florrick, Christina Young

Le serie televisive in generale ci offrono una buona rappresentazione della donna. Ovviamente ci sono diverse eccezioni, ma concentriamoci sui lati positivi per un momento.
Serie come Friday Night Lights  riescono a mostrarci donne che sono forti, che hanno debolezze, che non sono malevoli o maliziose tra di loro. In sostanza le donne di Friday Night Lights sono rappresentate come esseri umani e non come stereotipi.
Ma Friday Night Lights, sebbene una serie molto particolare e del tutto unica nel suo genere, non è la sola. Anche Grey’s Anatomy, per quanto sia livello soap-opera, riesce comunque a scrivere personaggi femminili convincenti (una su tutte Christina Young).
C’è un’altra cosa importante che val la pena di sottolineare. Le donne in cui ci imbattiamo nei serial sono diverse l’una dall’altra: ci sono donne over-40 e ci sono donne di colore. Non sono molte, ma ci sono, e possiamo considerarlo un inizio.

Quando si parla di serie televisive si pensa subito alle serie americane e inglesi, ma questa “buona rappresentazione” si espande anche alle fiction nostrane. Ora è un po’ che non ne guardo, ma comunque ricordo “Un medico in famiglia”, “Lui e Lei” e la più recente “Raccontami”. Anche in questo caso, seppur con molti limiti, possiamo vedere delle donne che diventano protagoniste, grazie ad una rappresentazione più vera, più reale, più lontana dai cliché cinematografici. 

Ovviamente non è tutto così meraviglioso. Perché per ogni “The Good Wife“, c’è anche un “Last man standing” e ci sono personaggi fantastici che non torneranno mai più, come Claire Robinson, un personaggio femminista che tutti amavano, perché era riuscita a salvarsi dalla caratterizzazione di “straw femminist”. Ma purtroppo continuo a notare che dagli anni 90 ad oggi c’è stato un cambiamento in peggio, quanto meno sui media di massa.

Il sessismo è servito

In generale comunque lo show-business televisivo, al di fuori delle serie televisive, è spietato contro le donne. Come dimenticarsi Flavia Vento dentro la teca di vetro sotto il tavolo qualche anno fa? E tutta la serie di veline, letterine e velonze? Torniamo al problema che avevo affrontato nel post della pubblicità e cioè che la donna è un oggetto ed è in giro solo per il piacere degli uomini.
E poi ci sono i reality che rappresentano un degrado della nostra società. Non lo dico solo perché i reality sono effettivamente il peggio della televisione, ma perché sono tossici e fanno male. Una delle cose peggiori dei reality show è come ne vengono fuori le donne. Le donne che partecipano ai reality non hanno nulla da offrire al mondo, sono spesso stupide, si mostrano come donne sexy e sensuali (ma in realtà sono spesso solo tristi) e sono sempre pronte per una “cat-fight”. Neanche gli uomini vengono rappresentati bene nei reality, è vero, ma le donne ne escono peggio.

Perché dico che ne escono peggio? Be’ il motivo è presto detto, perché, oltre alle donne nei telefilm e nelle fiction, questa è l’unica rappresentazione delle donne in televisione. Per capire meglio cosa voglio dire, vi porgo un semplice quesito: ditemi cinque donne importanti nella scienza oltre a Marie Curie.
Vi viene in mente qualcosa?
Wikipedia vi viene in soccorso: guardate quante ce ne sono. E sapevate che il pirata più famoso che abbia mai vissuto era una donna cinese? Non ci sono storie sui nostri media che parlano e celebrano le donne per i loro successi accademici piuttosto che sportivi, l’unica cosa che conta è come si appare e quando si esce dagli standard di bellezza classici si viene criticate. A questo proposito è bene parlare del trattamento dei media americani hanno riservato a Hillary Clinton e a Sarah Palin durante le scorse elezioni presidenziali. Hillary Clinton, in particolar modo, veniva aspramente criticata nei notiziari, perché “sembra che abbia 92 anni” ed era sempre importante sottolineare come si vestisse.

Conclusioni

Toddler & Tiaras è un programma terribile
Concorsi di bellezza per bambini

Ci sarebbero molte altre cose che mi sarebbe piaciuto analizzare. Ma prenderò in considerazione solo due reality show che stanno avendo un particolare successo negli Stati Uniti e che mi fanno pregare che i Maya abbiano ragione.
Il primo show, ancora non arrivato in Italia ma molto popolare negli Stati Uniti, è Toddlers and Tiara: concorsi di bellezza per bambini. Le bambine che appaiono nello show sono trasformate in bambole, eccessivamente sessualizzate e i genitori dovrebbero perdere la patria podestà invece di finire in televisione. Come avevo detto l’unica cosa che conta è come appari. Anche se hai tre anni.
Negli Stati Uniti c’è il maggior tasso di genitori adolescenti. Come avevo già scritto questo è un problema della nostra società altamente sessualizzata, ma che non fornisce un’educazione sessuale seria (negli Stati Uniti si parla quasi esclusivamente di astinenza come metodo contraccettivo, chiaramente questo non sta funzionando). Qualche anno fa MTV ha ideato il docu-reality “16 and Pregnant” e poi ne ha fatto un seguito “Teen Mom”. Lo show non vuole celebrare la gravidanza delle adolescenti (a me fa venire voglia di farmi legare le tube), ma finisce per farlo, perché chi ha partecipato allo show ha avuto fama.

Nel 2005 andò in onda lo sfortunato show “Commander in Chief” con protagonista Geena Davis nella parte di Mackenzie Allen, il presidente degli Stati Uniti. Lo show durò solo una stagione per uno sfortunato cambio di programmazione, ma qualcosa ci è rimasto. Secondo un sondaggio commissionato in quel periodo infatti, il 68% dei telespettatori che guardava Commander In Chief, era favorevole ad un presidente donna. Questo è un esempio chiaro di come una buona rappresentazione può aiutare.
Geena Davis per altro è anche una delle mie eroine femministe preferite e ha creato il “Geena Davis Institute on Gender in Media“, un istituto che si prefigge di studiare i media e di migliorare la rappresentazione delle donne nei media.

A questo punto abbiamo fatto un bel giro nel sessismo sui media tra cinema, televisione e pubblicità, ma non è finita purtroppo. Quando ho cominciato a scrivere questi post non mi sono accorta subito in cosa mi stavo per cacciare. Ogni giorno raccolgo nuovo materiale, nuovi dati, nuovi articoli e ogni giorno i miei appunti per il blog diventano più lunghi e articolatii. All’inizio di questa avventura avevo deciso di occuparmi solo di pubblicità, cinema e televisione e poi di fare un post che raccogliesse il resto: il sessismo nella musica, su internet, tra i gamers, sui giornali. Penso che il mio percorso sarà un po’ più lungo di quello che avevo preventivato, ma credo anche che questo sarà un lavoro importante.

Fonte immagine: Who Needs Feminism?