Sto organizzando la tradizionale cena natalizia con gli amici, quando mi accorgo che quest’anno non abbiamo idea di dove andare. Di solito ci spingiamo sulle alture liguri, perché si mangia bene e si spende poco, ma quest’anno, visto il tempo leggermente instabile, abbiamo deciso di fare qualcosa in zona e quindi, come tutti nel 2012, ci affidiamo al web.
Ma la situazione è drammatica.
Non stiamo cercando la luna, stiamo semplicemente cercando una trattoria a Genova, una roba alla buona, in periferia, che magari faccia la Paella, perché abbiamo voglia di paella.
Ma è il 2012 e il web non ci aiuta.
Così ci affidiamo a consigli di parenti e amici e con i nomi che ci danno loro, ritorniamo sul web, speranzosi di trovare qualche informazione, qualche prezzo.
Speranza vana.
Siamo nel 2012 e ci sono ristoranti senza siti internet, praticamente introvabili. In compenso ho trovato il menù con tanto di prezzo di un ristorante di Sydney in Australia, specializzato in Paella. Perché sì, ci sono anche i ristoranti che sul web ci sono, ma che trattano il loro menù come un segreto di stato. Ma io ho bisogno di capire i prezzi, ho bisogno di capire se me lo posso permettere o no: faccio la web-marketer in Italia, non ho molti soldi.

E allora rispolvero un video di statistiche e lo riguardo. Ho bisogno di certezze. Le certezze non arrivano dalle statistiche riportate nel video, già superate per altro (è un video dello scorso Luglio, le cose tendono a cambiare in fretta sul web), ma dall’ultima parte del video.

Non abbiamo scelta se essere online o no. La domanda è come fare ad esserci bene. Internet non è una moda passegera, ma un fondamentale cambiamento nel modo in cui comunichiamo.