Non ho mai nascosto la mia passione per anime e manga, ma non ne ho mai parlato apertamente su questo blog, cosa che considero una grave mancanza. So che il tema anime e manga non è del tutto inerente con gli argomenti del blog, ma si tratta comunque di roba da nerd e sono sicura che i miei lettori (quali?) apprezzeranno la varietà di temi trattati. Quindi oggi su questi lidi si recensisce l’anime “Sakamichi No Apollon”. Sappiate che di solito sono una persona che preferisce i manga agli anime, ma ci sono dei casi in cui la carta stampata non è abbastanza e “Sakamichi No Apollon” è uno di quei casi, perché la protagonista principale di questo anime è la musica, il jazz in particolare.
Ma non è una sorpresa se si guarda ai titoli di coda. “Sakamichi no Apollon” è diretto da Shinichiro Watanabe e la musica è di Yoko Kanno.
I nomi vi dicono qualcosa?
Bene, nel caso non lo sapeste Watanabe e Kanno hanno già lavorato insieme prima su un piccolo progetto, sempre a tema jazz, chiamato “Cowboy Bebop” (il cui film sono riuscita a vedere al cinema, il cui poster ho appeso in camera: entrambi fatti di cui vado molto, molto fiera).
Adesso capite il mio entusiasmo?
“Sakamichi No Apollon”, che mi è stato caldamente consigliato dal mio caro amico Andrea, aveva grosse aspettative per me. Ho amato “Cowboy Bebop” con ardore e volevo che “Sakamichi No Apollon” fosse buono almeno la metà. Sarei stata entusiasta. Ve lo dico subito, “Sakamichi no Apollon” è meraviglioso, è un piccolo gioiellino di dodici puntate
Ragazzi sul pendio
“Sakamichi No Apollon” significa “Apollo sul pendio” e in inglese è stato tradotto con “Ragazzi sul pendio”. Il Pendio è importante e ora vi spiego il perché. La storia comincia all’inizio dell’estate del 1966, quando Kaoru Nishimi, un brillante studente liceale e dotato pianista, si trasferisce a Sasebo dai suoi zii. Nonostante sia uno studente brillante, Kaoru è anche pieno di insicurezze ed è un ragazzo profondamente solo, per questo la scuola gli crea ansia, almeno finché non incontra Sentaro Kawabuchi, il bad boy della storia, e Ristuko Mukae.
Se Kaoru si prende subito una cotta per Ristuko, sarà Sentaro a salvarlo da sé stesso, grazie al jazz. La storia si estende per diversi anni, su diversi temi. I tre protagonisti, circondati da altrettanti co-protagonisti, affrontano diversi ostacoli sulla strada che dall’adolescenza porta all’età adulta. Si può dire che gli argomenti siano sempre i soliti, quelli universali: il primo amore, il primo cuore infranto, il primo amico che ti tradisce etc. etc., ma proprio perché si tratta di temi universali possiamo sempre ritrovarci e poi c’è la musica, grande jazz (io adoro il Jazz nel caso non lo sapeste, sono una grande fan di Billie Holiday in particolare), che fa da collante e si respira l’atmosfera degli anni 60, della rivolta studentesca e di cosa significa questo in Giappone.
Cos’è il pendio?
Come vi avevo detto il titolo ha un senso. La prima scena ci mostra Kaoru salire lungo una strada in salita, quella che porta a scuola. Kaoru esprime il suo disappunto, informandoci che “odia tutto” di quella situazione. E’ la sua insicurezza che parla. Kaoru non ama la scuola. L’ultima scena del primo episodio ci mostra Kaoru scendere la stessa strada insieme a Ristuko, più leggero, mentre Sentaro corre via. “Come fai a correre con tanta leggerezza su questo pendio che io odio? Cosa vedi al di là della collina?” si chiede Kaoru. Anche l’ultima scena dell’ultimo episodio vede Ritsuko, Sentaro e Kaoru scendere correndo un pendio, ma questa è l’unica cosa che vi dirò in proposito, per evitare antipatiche anticipazioni.
Il mio consiglio è di guardarlo. Subito. Adesso. Forza. Andate. La recensione è finita, eh!
Edit del 12/11/2013 – E’ uscito il manga!
Cari amici, adesso potete trovare Sakamichi No Apollon anche in fumetteria. E’ infatti uscito il primo numero da qualche giorno ed è edito da Planet Manga a 4,20 Euro. Il titolo è stato “tradotto” in “Jammin’ Apollon” e sinceramente non capisco il perché del nuovo titolo: “Sakamichi no Apollon” ha un significato, mentre questo “Jammin’ Apollon” è un po’ una mezza schifezza. In ogni caso ho letto il primo numero e l’anime sembra molto fedele al manga (è uscito prima il manga nel caso ve lo stesse chiedendo). L’unico problema di questo manga, che è anche lo stesso di K-ON! di cui prima o poi parlerò, è che manca la musica che è un elemento chiave nella storia, ma per fortuna c’è Spotify che può aiutarvi!