Sabato sono stata a Bologna per la prima volta nella mia vita. L’idea era quella di approfittare di un sabato di pausa per rivedere alcune amiche, visitare una città che non avevo mai visto e visitare la mostra de “La ragazza con l’orecchino di perla“. Posso dirvi subito che la mostra non l’ho vista, perché era prenotare. E non solo perché c’era una coda lunghissima, ma perché c’erano posti limitati senza prenotazione: cosa che non sapevo. Ho anche provato, con il mio smartphone e con la carta di credito, a prenotare sul momento ma non era possibile prenotare sul giorno stesso. (Vorrei comunque far notare che tutto questo sul sito BolognaWelcome.com non è scritto).
Nonostante la mostra mancata però la giornata è stata davvero piacevole. Mi è piaciuto perdermi per le strade di Bologna, ho potuto incontrare amiche che non vedevo da sette anni e ho potuto assoporare i gusti bolognesi, ma andiamo con calma e partiamo dal principio.
Viaggio
Per arrivare a Bologna da Genova ci vogliono tre ore, quindi si parte di buona ora. Alle 6.45 salgo in macchina col mio zaino, schifezze varie (grisbì, patatine e haribo non mancano mai in un viaggio come si deve) e sono pronta a recuperare i miei compagni di viaggio: Frank, Luke e Mik. Prima di partire prendo della focaccia, perché so che le mie amiche apprezzeranno.
Il viaggio procede tranquillo, a parte che vorrei fare del male fisico a quelli che stanno sulla corsia centrale senza averne diritto: si deve sempre stare sulla corsia più a destra!
(Ad un certo punto mi ritrovo sull’autostrada a 4 corsie… e la gente stava in terza corsia con le due corsie più a destra completamente libere. Vi odio tantissimo).
Arriviamo a Bologna alle 10.20 e posteggiamo in un parcheggio a pagamento vicinissimo alla stazione al costo di 3 Euro l’ora (e io che pensavo che i posteggi a Genova fossero cari).
Bologna
Visto che la mostra è saltata, siamo andati subito a farci un aperitivo in pieno centro. Devo ammettere una cosa: il primo impatto è stato un po’ deludente. Un po’ perché eravamo in sei, seduti al bar, e ci hanno portato mezzo toast tagliato a striscioline, due quarti di briosche salta e due coppette di patatine e nocciolini e un po’ perché mi aspettavo qualcosa di diverso. Bologna è parte dalla Romagna e la Romagna ha questa fama di essere molto aperta verso i turisti, ma sinceramente mi sembrava di essere a Genova.
Non c’era scortesia, sia chiaro, ma freddezza mista a “scazzo”.
Questa è una cosa che è ritornata: la cameriera del bar sembrava scazzata, così come i due che lavoravano nel posteggio, le commesse del negozio di souvenir erano irritate (tra di loro però) e la commessa del Yankee Store sembrava non avesse assolutamente voglia di essere lì (vorrei anche ringraziare gli altri due commessi del Yankee Store che ci hanno controllato a vista per tutta la durata della visita: ti invoglia proprio comprare quando pensano che tu voglia rubare qualcosa).
Dopo l’aperitivo è arrivata a prenderci Alice a cui abbiamo detto:”Ehi! Tu sei di Bologna! Sfamaci” e così ci ha provato a portare in un ristorante che conosceva, ma non c’era posto, così siamo andati all’avventura e ci siamo ritrovati all’Osteria delle Donzelle, un ristorantino in centro ma leggermente defilato, e il “andare a caso” è stato fortuito, perché abbiamo davvero mangiato bene e sono stati tutti davvero molto gentili!
Il menù del turista comprendeva:
- Tigelle calde servite con salumi vari e formaggi
- Un primo a scelta e la nostra scelta è caduta, per ovvie ragione, sui tortellini al ragù
- Un secondo e in questo caso abbiamo optato per la porchetta al forno con patate
Il tutto è stato annaffiato da vino rosso della casa. L’Osteria delle Donzelle si merita un’ottima recensione su TripAdvisor e quindi… aspettatevela a breve!
Durante il pranzo ho espresso la mia intenzione di salire in cime alla Torre degli Asinelli ed è stato fatto terrorismo psicologico (mille mila scalini), ma io e i miei amici non abbiamo ascoltato e siamo saliti. E, lasciatemi dire, non è stato terribile, anzi… ci abbiamo messo un quarto d’ora a salire e ne valeva assolutamente la pena. La vista ci ha mozzato il fiato.
(Per altro è stata più difficile in discesa: i gradini in alcuni punti erano ripidissimi. E il vero problema è quando incontri altre persone nella direzione opposta: lo spazio è stretto)
Dopo la torre degli Asinelli abbiamo fatto un giro in centro, cercando regali per la festa della mamma, CD dei Metallica (credo? Luke era dei metallica?) e dio mio datemi una granita perché fa un caldo maledetto in questa città.
E poi abbiamo visitato il Disney Store e la commessa mi ha stimato troppo perché mi ha sentito cantare la canzone “Farò di te un uomo” di Mulan!
A questo punto abbiamo salutato Barbara, Alice e Alessia alle sei, perché avevano il treno da prendere. Noi genovesi ci siamo fatti ancora un giro in centro, poi ci siamo concessi una coca-cola ghiacciata in un bar prima di recuperare la macchina e ripartire in direzione Genova.
Fatto curioso: al ritorno ci siamo fermati in un autogrill completamente vuoto e in fase di ristrutturazione che era collegato all’autogrill dall’altro lato dell’autostrada con un sottopasso. Abbiamo scoperto che era lo stesso autogrill in cui ci siamo fermati all’andata.