Sono le 20.10 dell’8 Luglio e sono un po’ “cotta“. E’ stata una giornata intesa, che ha distrutto un po’ delle mie certezze, mi ha confermato cose che sapevo e mi ha messo addosso molta confusione.
Era ora che un evento di formazione digital arrivasse a Genova. La Liguria, sebbene a volte sembri un po’ addormentata, in realtà è piena di Social Cosi.
Devo anche ammettere che quando ho letto per la prima volta il programma ero molto più interessata alla parte di Rocco che a quella di Paolo. Leggendo il blog di Paolo di frequente pensavo di essere più in grado di seguirlo, mentre non mi sentivo altrettanto sicura sui Facebook Ads. In realtà poi la parte sul Social Media Roi mi ha fisicamente distrutta e ho scoperto che in fondo nei Facebook Ads un po’ me la cavo (meglio di quello che pensavo). Ma sto anticipando troppo.
La giornata inizia cercando il Talent Garden. Personalmente non c’ero mai stata. E’ un po’ difficile da trovare, ma è un posto bellissimo. Mi piacerebbe da matti lavorare in un posto del genere. C’è un’atmosfera fantastica, la stessa che puoi trovare negli uffici di Facebook o Twitter: manca solo il biliardino.
Oltre all’atmosfera mi accoglie anche la colazione, ma il mattino io carburo più tardi, quindi mi sistemo e aspetto che Rocco sia pronto a cominciare.
Nonostante avessi promesso un live-tweeting agli amici di FarmaciaSerra, purtroppo fin da subito ho capito che seguire per bene e commentare sui social sarebbe stato difficile. La mia attenzione era tutta per i due relatori: posso dire che pendevo dalle loro labbra e non starei esagerando. La mia mancanza di Tweet sottolinea la mia concentrazione e il mio interesse.
Sapere di non sapere
E’ importante realizzare che nessuno può conoscere nei dettagli tutto il mondo di Facebook Ads. Prima di tutto perché è un mondo enorme, poi perché si tratta di un qualcosa in costante evoluzione, quindi sapere qualcosa oggi non significa che domani sarai apposto.
Questo penso che sia un concetto davvero importante che è difficile far arrivare al cliente finale, ma è anche difficile internalizzarlo. A volte è difficile riuscire a dire:”Non lo so”.
La differenza tra un professionista e un cialtrone però, e questo lo aggiungo io, è che il professionista dice:”Non lo so”, ma poi si sbatte a cercare una soluzione, magari non la trova comunque, ma ci prova.
Tipologia di Facebook Ads
Chi lavora un po’ con gli Ads di Facebook sa che ci sono diversi tipi di pubblicità. Ne abbiamo parlato nel corso, quindi ne riparlo anche qua per dare un’idea, in modo tale da farvi capire su che cosa si lavora
Interazione coi post sulla pagina
E’ semplice. Facebook pubblicizza i tuoi post in modo che abbiano più interazioni, quindi commenti, like e condivisioni. Proprio recentemente ho creato una piccola campagna di questo tipo e devo far notare due cose.
- Nonostante la mia campagna fosse impostata su Milano per persone di lingua italiana, ho ricevuto circa un 10% di interazioni da parte di persone indiane/pachistane (e non parlo di persone straniere residenti a Milano, parlo proprio di indiani dall’India).
- Qualcuno ha iniziato a far notare che dopo aver stoppato l’ads per le interazione coi post sulla pagina, la reach della pagina era diminuita. Più ancora di quando la campagna era iniziata. Si pensa che possa essere una roba di Facebook per costringerti ad usare sempre gli advertising.
Aumento dei Like
Aumentare i like è la base. E’ un sistema come un altro per raggiungere più persone. A questo punto, in sala, c’è stata una discussione su questo argomento. Pagare Facebook perché aumenti i nostri fan è come “comprare i fan”? La risposta è no (almeno per me, sono pronta a sentire altre opinioni: invadete i miei commenti!). Si tratta infatti di un suggerimento a pagamento che fai all’utente di Facebook.
Ci sono molte pagine che possono contare su “like naturali”, come li chiamo io, cioè un amico condivide qualcosa da una pagina e a me piace talmente tanto che decido di farci like a mia volta. Alcuni esempi possono essere “Il conquilino di merda” (e tutti i suoi spin-off), “Terrone fuori sede” e la pagina di “Angeli col fango sulle magliette” che ho amministrato è nata e si è popolata grazie alla viralità “dell’amico”. Ma si tratta di tre pagine che non sono commerciali e credo sia una differenza sostanziale.
Perché sono sostanzialmente una persona malvagia che usa Adblock, volevo anche citare il famoso video “Facebook Fraud” di Veritasium, famoso youtuber.
Click sulla pagina
Come posso portare velocemente delle persone a conoscere il mio sito web? Usando i Facebook Ads. A questo punto Paolo ha ammesso che con Google Analytics ci possono essere discrepanze e io ne ho approfittato per interrompere e fare una domanda.
Due anni fa infatti ho fatto la mia prima campagna di Facebook Ads proprio utilizzando il metodo “Click sulla pagina”, ma guardando poi le analitiche su Google mi accorgevo che click da Facebook ce ne erano sempre tantissimi (ogni giorno mi si esauriva il budget), ma erano click di gente che entrava e usciva dal sito, quindi sostanzialmente inutili. Fino a ieri pensavo che fosse un problema di Facebook, ma la discussione mi ha confermato che due anni fa Analytics aveva ancora qualche problema col monitoraggio di questo tipo di risorse.
Conversioni sito web
Questa è una delle modalità di Ads che non ho provato, ma che mi piacerebbe molto usare. In questo caso le campagne si basano sulle conversioni al sito web, il che è particolarmente importante per gli ecommerce e chi vuole aumentare azioni sul proprio sito web. Si misura tutto grazie ad un pixel di monitoraggio.
Altre modalità di Campagna
- Installazioni Applicazione/Interazione con l’applicazione
- Risposte all’evento
- Richiesta d’offerta
CPC O CPMO?
La grande domanda. Per le nostre campagne è meglio utilizzare il CPC (costo per click) o il CPMO (costo per mille impression ottimizzato)? La risposta è dentro di te, però è sbagliata. No, il problema è che non c’è una risposta giusta. In realtà, durante l’incontro, i due relatori ci hanno svelato cosa ne pensano sull’argomento, dando due risposte davvero fantastiche.
- Rocco usa per la maggior parte il CPMO, a parte quando deve pubblicizzare nella colonna destra, in quel caso visto che la colonna destra ha molte più impression ma meno click di solito.
- Paolo, che ha fatto questa domanda ad altri sei “stimati colleghi”, ha ammesso che usa quasi sempre il CPMO. Passa al CPC solo quando il CPMO per qualche motivo sembra non rendere.
Ma quanto mi costa un fan?
La risposta:”Non lo so”.
Dipende dal cosa state pubblicizzando. Dipende se state targhetizzando bene la campagna. Dipende da creatività e contenuto della campagna. Ci sono tanti fattori che entrano in gioco quando si parla di costi.
Come viene fatta una campagna di Facebook Ads?
Prima di tutto è importante sapere che ad una campagna corrisponde un solo obiettivo. Una volta in cui pensiamo all’obiettivo (aumento like? conversioni? interazioni col post?), possiamo passare a creare l’insieme delle inserzioni (dove le metto le mie inserzioni?) e poi alle inserzioni (queste inserzioni a chi si rivolgono?).
Una volta fatta la campagna è importante capire che si ci può sbagliare. Si può sbagliare il target. Si può sbagliare il messaggio. Si può sbagliare la foto. Si può sbagliare a metterla nella newsfeed. Ci sono tante cose che si possono sbagliare. Nel caso in cui sbagliate qualcosa però non è il caso di mettersi a fare il sudoku (ghghgh, battutone), ma si può accettare l’errore e capire dall’errore. Si potrà sbagliare meglio la prossima volta.
Il ROI dei Social Media (e l’unicorno muore)
Dopo aver ascoltato Paolo sono un po’ confusa. Non perché Paolo non sappia spiegare o perché sia un cattivo insegnate. Più che altro perché mi ha dato molti spunti sui quali riflettere.
Il tempo è la prima variabile del ROI. Su questo non ho nessun tipo di dubbio. Per avere un ritorno di investimento in questo settore bisogna avere pazienza e saper crescere con costanza. Ma non è solo questo quello che si intende. Il futuro, il mio risultato, devo prevederlo nel presente. Non è una cosa facile.
E’ tempo di esercizi
A questo punto ci siamo divisi in quattro gruppi. Ogni gruppo rappresentava una realtà che cerca sui social di migliorare il proprio business. Ero nel secondo gruppo ed ero una designer emergente che cerca sui social una maggiore visibilità, soprattutto una visibilità da parte di persone interessate. Dovevamo quindi cosa era il KPI (indicatori chiave di performance) e tutti gli indicatori secondari.
Fatemi dire. Non è una cosa facile. Proprio per nulla.
In primo luogo non sapevo bene cosa potevo indicare come principale indicatore di performance e quali invece fossero gli indicatori secondari. Per esempio. La “mia designer” si era affidata a Facebook, a Instagram e a Pinterest. Aumenti la visibilità anche solo se qualcuno ti “cuoricina” la tua foto su instagram, ma è visibilità mirata quando uno ti segue su Instagram (significa che è veramente interessato a te). Quindi qual è il KPI nel mio caso? Il followers o il cuoricino? Sì, a volte mi perdo un po’ in dettagli, in effetti. Sono una pignola.
Ma quindi come si misura il Social Media Roi?
Si può calcolare solo se abbiamo un obiettivo. Questo è davvero molto importante. Poi sono stati citati diversi strumenti che possono aiutarci a calcolarlo.
- Google Analytics
- Facebook Analytics
- Crowbooster (usato personalmente, ottimo)
- Tweet Reach
- Pinterest Analytics
- Simply Measured
- Statigram
- Followgram
- Tailwind
Il traffico diretto di Analytics non è solo traffico diretto
Questa è una piccola chicca che Paolo ha condiviso con noi, una delle cose che io non sapevo e a cui forse non avrei mai pensato.
Il traffico Diretto di Analytics in realtà non è semplicemente traffico diretto, ma sono tutti quelle visite che arrivano ad un sito e a cui Google non riesce a dare un’attribuzione: si tratta di visite che arrivano da App, da chat private e in parte anche dai social. Per riuscire a capire quali sono i visitatori diretti che in realtà non sono diretti, basta guardare le pagine di atteraggio e controllare i visitatori di ritorno (difficilmente una persona digita un link lungo e astruso). Ho fatto un esperimento con il mio analytics.
E per finire…
Potrei ancora raccontarvi della campagna Facebook Ads che Rocco ha fatto partire ad inizio mattina e di cui poi abbiamo discusso i risultati nel tardo pomeriggio.
Potrei dirvi ancora della colazione (ottime le mine brioschine come la focaccia) e del pranzo di Pockeat, oppure magari potrei parlarvi della pasta di mandorla gentilmente offerta da Rocco.
Potrei condividere con voi le discussioni professionali fatte in pausa pranzo con Paolo (oh manco in pausa pranzo si cazzeggia, siamo professionisti, noi!).
Potrei anche raccontarvi ancora di TalentGarden…
Insomma potrei continuare a parlarvi di #DieciCoseGenova e di tutto ciò che gli ha girato attorno per ancora molto tempo, ma il mio conteggio parole è al momento di crica 1800 e anche basta.
Però fatemi dire che è stato bello vedere i professionisti di Genova rispondere in maniera così interessata a questa chiamata. E’ stato bello incontrare di nuovo Paolo, Paola e Giusina. E’ stato bello conoscere nuove persone, dallo stesso Rocco ad Erika che ci scrutiamo per capire dove ci siamo già incrociate! All’intervista di Beatrice Nolli su Techeconomy, che ho conosciuto un paio di settimane fa, ho commentato che ho tanta passione per il mio lavoro è che posso conoscere persone meravigliose come lei. Per l’appunto.
P.S. Quand’è che ci si rivede? Voglio continuare la discussione su Barilla e Findus!