Era il Febbraio del 2006. Avevo 19 anni e mezzo. All’inizio scambiai quelle prime avvisaglie per un virus, un qualcosa che mi ero presa a Londra e che non voleva lasciarmi. Quello che ancora non sapevo, a quel tempo, era che stavo manifestando le mie fasi iniziale del Disturbo d’Ansia Generalizzato, quello che alcuni di voi magari conosceranno come Anxiety Disorder.
Prima di potervi parlare di come i social mi hanno aiutato e continuano ad aiutarmi a convivere con l’ansia, ho bisogno di farvi capire alcune cose.
Non parlo molto di questa parte della mia vita, di questa parte di me che combatte una giornaliera battaglia contro l’ansia. Vedete l’ansia è una cosa normale, naturale, persino importante, in piccole dosi. La mia ansia è continua, è debilitante, è ciò che non mi fa vivere in maniera “normale”. E’ difficile parlare di queste cose per me per due motivi. Prima di tutto perché è qualcosa di estremamente intimo. In secondo luogo perché ansia, attacchi di panico, depressione sono cose viste negativamente, c’è uno stigma. Scrivere questo post è una scommessa con me stessa. Era qualcosa che volevo fare da molto, ma che fino ad adesso non avevo avuto il coraggio di fare.
Come dicevo tutto cominciò nel 2006. Da lì in poi ho avuto degli alti e bassi. Ho toccato il fondo nel 2010, quando è morta improvvisamente mia zia. Vedete l’ansia è un po’ il contrario esatto della depressione. Chi è depresso perde gradualmente la voglia di vivere, mentre chi soffre d’ansia ha una voglia tremenda di vivere, ma si sente intrappolato in sé stesso. Io mi sentivo come in una teca di cristallo. A volte però l’ansia è così forte, così insopportabile, che sfocia in depressione. In quel periodo mi sono chiesta se avesse senso vivere come facevo io, da reclusa, in questa teca di cristallo.
Ma quando tocchi il fondo, poi, inizi a risalire ad un certo punto.
E’ difficile vedermi adesso e pensare a me come una persona ansiosa. Nella vita di tutti i giorni, nella mia ruotine, “funziono” abbastanza bene. In questi anni ho fatto dei progressi notevoli. Ho imparato a convivere con la mia ansia. E’ ancora un problema, probabilmente lo sarà per sempre, ma lo accetto e cerco di migliorarmi.
Ci sono diversi motivi che mi hanno aiutato con l’ansia.
In primo luogo la terapia. Senza la quale non sarei andata da nessuna parte. Uno dei fattori scatenanti dell’ansia è il somatizzare. Sono la campionessa assoluta in questo. Come somatizzo io nessuno mai. Andare in terapia e parlare dei miei pensieri con una persona che non ti giudica e che è estranea è bellissimo. Ma non è solo questo. La terapia mi ha insegnato che i miei sentimenti sono validi, che è giusto sentirli fino in fondo e viverli, in positivo e negativo. Può sembrare una banalità ma non lo è, non per me quanto meno.
In quello stesso periodo ho iniziato a frequentare il famoso corso di web-marketing di cui parlo sempre e che mi ha portato a fare ciò che sto facendo oggi. Il corso di web-marketing mi ha dato uno scopo. Improvvisamente ho visto la luce in fondo al tunnel. Il futuro non era più un enorme buco nero, ma in qualcosa da costruire passo dopo passo. Già questo può darvi un’idea dell’importanza del Web e dei Social, ma non è stata solo trovare la mia strada professionale ad aiutarmi.
Come ho detto la mia ansia mi fa vivere in maniera piuttosto normale nella routine ma tutto il resto è qualcosa che mi può creare problemi. Ma cosa intendo quando parlo di fuori-routine? Dipende. Fino a qualche anno fa andare al ristorante era un fuori ruotine. Passeggiare nella principale via del centro città era un fuori ruotine. Adesso invece sono situazioni che ho imparato a controllare e che difficilmente mi provocano ansia. Il motivo di questo miglioramento lo devo anche ai social media, in particolare a FourSquare e a Instagram.
Guardavo le altre persone condividere foto interessanti e fare check-in in luoghi che mi sarebbe piaciuto provare. E io? Io non avevo nulla. Avevo paura. Non so cosa è scattato in me. Ma voler condividere anche io qualcosa di bello e interessante mi ha dato la forza di uscire di più, sfidare i miei limiti. E così ho ricominciato ad uscire, a frequentare ristoranti, a conoscere nuovi posti, a voler ampliare di nuovo i miei orizzonti.
Vista da fuori, mi rendo conto che può sembrare superficiale, ma non mi importa. Mi ha aiutato e questo è quanto. Ancora adesso mi aiuta. E poi c’è anche un altro fatto da considerare. Ho conosciuto un sacco di persone sul web. Ho partecipato a raduni ed incontri. Ma poi avevo smesso. Però c’erano tante persone che volevo rivedere e tante che volevo conoscere e quindi l’anno scorso ho preso l’auto e sono andata a conoscere Andrea. Poi sono tornata a trovare Barbara. Quest’anno ho conosciuto Anna e Beatrice. E ho rivisto Barbara. Ho intenzione di andare a trovare Dora a settembre. Anche questo in fondo è merito del web. Mi spingo a fare di più per vedere i miei amici.
Il web e i social media mi hanno aiutato tanto. Mi hanno anche aiutato a non sentirmi sola. Ci sono persone che hanno i miei stessi problemi. Ho trovato aiuto e supporto su blog italiani e stranieri. E ho anche imparato a riderne, grazie all’Anxiety Cat.
Come sempre per me il web e i social media sono del tutto personali. Da sempre. Tutto è iniziato quando ero una ragazzina tredicenne appassionata di Dragon Ball, tutto è iniziato quando ho capito di non essere sola. E oggi mi spingono ad uscire di più, a provare cose nuove, mi hanno portato a conoscere nuove persone e a ritrovare persone che non visitavo da un po’. Quando parlo della passione che ho per il mio lavoro, lo faccio anche considerando tutto questo.
P.S. Sia ben chiaro: chi soffre d’ansia è molto intelligente! Peccato che io non mi applico!