Sono rimasta meno di tre giorni senza connessione ad internet. Da martedì pomeriggio fino a giovedì sera tardi. E’ stato un incubo. Non sto scherzando. In questi giorni sono partita con un nuovo lavoro. Ogni nuovo lavoro richiede un periodo di tempo di adattamento. Specialmente questo che è piuttosto grosso. E la connessione decide di morire. Nel mentre, oltre il nuovo lavoro, ne sto seguendo altri quattro. E mi arriva la richiesta di un preventivo su un tipo di lavoro che non ho mai fatto. E giovedì mi arriva una richiesta urgente di un’analisi SEO. “Fottuto fattore S“, penso io. La frustrazione mi rende ostile. Arrivano due email. Sono email interessanti. Le ignoro totalmente. Cancello un pranzo. Cancello un appuntamento di lavoro. Cancello una visita ad una mostra che finisce il 7 settembre e che quindi non riuscirò a vedere.
La connessione della chiavetta è un buon surrogato, ma non è veloce quanto il Wifi e soprattutto ogni tanto devo staccare perché si surriscalda. Inoltre mi tocca lavorare dal portatile. Trovo i portatili strumenti molto utili, ma io ho il computer fighissimo con i due schermi e non sono abituata per nulla. Mi fa male la testa. Finisco per pregare un amico di ospitarmi a casa sua. Ho bisogno della sua connessione. Per sdebitarmi porto con me patatine e budino al cioccolato per fare merenda insieme. Anche lui aveva pensato ad “addolcirmi”: biscotti al cioccolato e bibite. “Dovrei rimettermi a dieta” penso, mentre mangio e lavoro. Michele accende la televisione. C’è la prima puntata della terza stagione di Dawson’s creek. Non c’è mai limite al peggio.
La connessione ritorna giovedì sera tardi. Non importa. Comincio a lavorare. Lavoro venerdì. Sabato no. Sabato ho bisogno di una pausa. Domenica alle nove sono già operativa. Finisco di lavorare a mezzanotte e trentasei. Riesco ad andare a letto all’una e venti. La sveglia stamattina è suonata alle 7.00. Sono esausta. Vado avanti ad Estathè e Coca Cola Zero. Sono ancora indietro. Ho ancora due email a cui rispondere. Dovrei andare avanti anche con “Una guida ai telefilm”. Mi parte il lavoro di cui mi hanno richiesto il preventivo durante il blackout del mio wifi. Oggi pomeriggio devo pubblicare, postare, sistemare, finire progetti, andare avanti e mi aspetta una chiamata di riepilogo lavoro su Skype.
E questo è il resoconto di cosa significhi restare senza web per meno di tre giorni.