Genova è una città social. Me ne sono accorta qualche tempo fa quando cercavo di convincere Ivana a portare a Genova la sua Social Birra. Per cui non mi ha stupito molto vedere tanta gente all’incontro #diecicoseOPENCAMP organizzato da Dieci Cose e da TWOW, la nuova agenzia di Paolo ed Emanuela. Era anche un incontro gratuito, ça va sans dire.
Comunque ve lo dico subito: la giornata è stata interessante e mi ha dato diversi spunti di conversazione per cui ho deciso di farne un post.

Il primo intervento: Alessandro Facco di Marketing Arena

All’incontro doveva esserci Giorgio Soffiato, ma aveva avuto qualche problema per cui ci ha deliziati con un videomessaggio (ho apprezzato tantissimo la maglia con i cactus) e ha preso il suo posto Alessandro Facco. Alessandro ha incentrato il suo intervento sulle Vanity Metrics e sugli obiettivi che contano. Dopo cinque minuti avevo già tre annotazioni: perché sono una brutta persona (Rocco potrà confermare).

#diecicoseOPENCAMP, un incontro sul marketing a Genova
Tanta bella gente

Il secondo intervento: Rocco Rossitto di Dieci Cose

Rocco Rossitto è il cugino che ne sa davvero. Questa è la prova che legge il mio blog. L’intervento di Rocco era incentrato sul Content Marketing. Mentre Rocco parlava a me venivano in mente esempi molto concreti di ciò che diceva: case study, brand, etc. E c’è stato un punto in cui si è ricollegato al discorso di Alessandro ed è stato bellissimo.

Il terzo intervento: Paolo Ratto di TWOW

Prima di tutto Paolo ha presentato TWOW con un bel video. Lui ed Emanuela con quel video hanno usato un trucchetto: ci hanno inserito un gatto. Noi professionisti del web sappiamo che i gatti, quando si parla di web, vincono tutto.

Nel dubbio: GATTINI!
Nel dubbio: GATTINI!

Dopo la presentazione di TWOW, Paolo ha parlato dei Social e della pubblicità sui Social. Anche in questo caso ho fatto diverse annotazioni sul suo intervento (Tipo che se ci mettevamo a discutere di tutto di ciò che mi sono scritta finiamo di parlarne a Natale. Dell’anno prossimo). Ho deciso di inserire tutte le mie annotazioni alla fine di questo post: sono annotazioni comuni per gli interventi, quindi ho deciso di fare una carrellata della giornata prima di approfondire la questione

Il quarto intervento: Dario Salvelli

Sono tornata a casa dopo l’incontro e ho annunciato trionfante:”Ho conosciuto il Global Social Media Manager di Lamborghini“. Avessi incontrato Brad Pitt probabilmente avrei mostrato meno entusiasmo.
Dario ha presentato un mondo completamente diverso da quello in cui lavoro attualmente: il mondo social del lusso. Come SEO mi è già capitato di guardare al mondo del lusso (ho lavorato su un progetto dedicato a proprietari di Yacht), ma dalla parte Social nulla, per cui per me è come scoprire un nuovo mondo.
Volevo dire a Dario che ho fallito il “test Tiffany“: non ho riconosciuto Tiffany dal suo colore, non ho mai pensato a comprarmi nulla da Tiffany e l’unica cosa che collego a Tiffany è “Breakfast at Tiffany’s” (film che per altro mi è piaciuto solo a metà).

Il quinto intervento: Emanuela Genovesi di TWOW e Saverio Bruno

Per me l’intervento di Dario è stato il più interessante, ma quello di Emanuela e Saverio mi ha fatto letteralmente sbavare. Emanuela e Saverio hanno presentato una case history collegata ad una campagna Adwords che definire stellare è poco. Davvero. Ed è stato l’unico intervento su cui non ho annotazioni o domande. O meglio, la mia unica domanda si collegava alla questione Cookie. La loro campagna Adwords presentata era piena di dati che si intrecciavano, quindi come risolvere con la questione Cookie Law? Ho placcato Emanuela durante il break per discuterne e poi di nuovo, a fine evento, ho sentito anche Saverio sulla questione e ho fatto i complimenti ad entrambi.

Spazio Q&A

Finiti gli interventi c’è stato lo spazio per le domande. Io ne avevo tante. Ho avuto la possibilità di farne due.
La prima ho dovuto assolutamente farla a Dario. Ero molto curiosa sulle politiche del Crisis Management di una società come Lamborghini. Il mio sentore, da persona che sta veramente troppo su internet, era che il lusso in certi casi porta una buona dose di invidia e anche di scherno. Dario nel suo intervento ha citato Rich Kids of Instagram che conoscevo già (l’ho scritto come appunto sul mio quaderno prima che lui ne parlasse) ma di cui ho sentito parlare solo in modo negativo. Oltre questo, proprio sulla Lamborghini, recentemente è venuto fuori il meme “Here in my garage” che non va contro la Lamborghini ma contro la persona che ha la Lamborghini.

La grande assente: la SEO.

La mia seconda domanda era per Alessandro e qua si parte con le mie considerazioni trasversali.
Ho sentito nei primi due interventi, e margilmente anche nell’intervento di Paolo, una grossa mancanza: il SEO non è stato neanche nominato. Il tempo era ovviamente tiranno, per cui capisco che ci sono delle scelte da fare in questo senso, ma parlare in particolare di Content Marketing, citare la frase di Bill Gates “Content is the king” e non accennare neanche al SEO l’ho trovato azzardato.

Per questo quando Alessandro ha citato le visite come vanity metrics io ho subito annotato che visite, bounce rate, durata media visita e in generale i dati presenti nelle panoramiche di Google Analytics, sono importanti. Il Bounce Rate non è un fattore di ranking ufficiale per Google sia chiaro, ma come SEO so che se quel valore è elevato il mio posizionamento ne risente, perché il mio sito probabilmente non è user-friendly, quindi sono dati importantissimi per me. Alessandro ha affermato che la vera metrica di un ecommerce è la conversione, l’acquisto.
Ma c’è da chiedersi: chi ha fatto l’ecommerce? In che modo? Sembra sicuro? E’ costruito per invogliare l’utente a comprare o si ci perde in chiacchiere? Durante il Q&A in realtà poi ci siamo trovati su posizioni molto simili.
Se un sito posizionato non converte il sito probabilmente va rifatto, però tecnicamente mi chiedo ancora adesso… fino a che punto dovrebbe arrivare un SEO? Questa è una questione che girerò ai miei amici di Fatti di SEO, penso che ne possa scaturire un bel dibattito e magari un post sequel.

Annotazioni post incontro

  • Ogni volta che Rocco parlava di content marketing e di storytelling, io pensavo a Dove, ma mi sono venuti in mente anche Pantene, One Dollar Shave e la Thailandia (le pubblicità thailandesi sono formidabili). Non credo ci sia migliore modo per spiegare lo storytelling che pensare a tutto ciò che ha fatto la Dove in questi anni (P.S. Io compro Dove per “colpa” del loro marketing)
  • La frase di Seth Godin riportata da Rocco (“Content Marketing is all the marketing that’s left.“) mi ha subito riportato alla mente il dibattito in corso sulla pagina Facebook di Paolo sulla questione Adblock.
  • Paolo ha portato l’esempio di una campagna che ha fatto a tema Wedding su Facebook. La prima cosa che mi sono annotata è che la parola “Engaged“, che in italiano si traduce come “fidanzati ufficialmente“, nella realtà dei fatti qua in Italia non esiste. Il fidanzamento ufficiale non esiste più. La stessa cosa l’ha fatta notare poi lo stesso Paolo più avanti nel discorso.
  • Oltre al formato video su Facebook piace molto il formato gif. Sempre più gif ovunque. Paolo però non le ha citate 😛
  • A proposito di video e di Youtube. Anche qua bisogna ricordare la SEO: Youtube è il secondo motore di ricerca al mondo e i video di Youtube si posizionano alla grande. Oltre tutto c’è da tenere conto, quando si parla di Youtube e Facebook, di vere e false visualizzazioni: i video Facebook a volte partono in autoplay. Da qualche giorno Youtube ha anche introdotto “Trending” (questo l’ho voluto inserire per sottolinearlo)
  • Il focus del discorso di Paolo è stato Facebook e i network prettamente pubblicitari. Mi sarebbe piaciuto approfondire il discorso parlando anche di Pinterest (se penso a “Wedding” a me viene in mente Pinterest) e Tumblr (di Tumblr se ne parla sempre troppo, troppo poco), ma il tempo era quello che era. In generale forse il discorso sui social era forse troppo incentrato sulla pubblicità, più che altro perché si è dato un po’ per scontato il processo che porta ad investire in pubblicità: dietro ci sono strategie, piani editoriali, etc. Si ci dimentica spesso di questo processo e fa sempre bene ricordarlo
  • Dario Salvelli nel suo intervento ci ha fatto vedere un video su una campagna realizzata da Alexander Wang. Io ho subito pensato, visto il tipo di cosa, all’inziativa Secret Sessions di Taylor Swift (che ogni Social Media Coso dovrebbe seguire perché in quanto a marketing ne sa). Personalmente se mi è piaciuto ciò che ha fatto Taylor Swift, altrettanto non posso dire dell’iniziativa di Alexander Wang, come ho detto anche a Dario alla fine dell’incontro. Personalmente non abbinerei un brand di lusso con gente che si picchia, mi sembra stoni un po’.
  • Un minuto di silenzio per il Social Media Team di Lindt: mentre noi discutevamo e ci divertivamo, loro erano in una delle social media crisis più inutili della storia dell’umanità

Varie ed eventuali

Per finire vorrei ringraziare davvero tanto Dieci Cose e TWOW per questo Open Camp: oltre ad essere interessantissimo, è fantastico vedere la Genova Social che ogni volta si riunisce ed è bello mettere una faccia ad un nickname così come è fantastico rivedere persone che non vedevi da un po’. In particolare mi ha fatto piacere conoscere Cinzia: su Twitter ci seguivamo da anni perché entrambe Sampdoriane convinte (questo lo sottolineo soprattutto perché Paolo è genoano, sì).
Questo è marketing Human to Human e TWOW ha fatto centro. Kudos.