Il 4 Settembre 1995 negli Stati Uniti va in onda il primo episodio di “Xena, Warrior princess“. Il telefilm, nato come spin-off di “Hercules, the legendary journey“, supererà ben presto in popolarità la serie madre e si concluderà il 18 Giugno 2001. La fine di Xena però rappresenta un inizio, perché la serie televisiva si è già trasformata in un cult.
Xena farà la sua comparsa in Italia solo nel 1998 per finire poi nel 2002. Indovinate un po’ chi ne era una grande fan? Ovviamente la sottoscritta. Mi piaceva un sacco e soprattutto adoravo il personaggio di Olimpia (Gabrielle nella versione originale), il bardo combattente. Quelli erano gli anni in cui iniziavo a smanettare sul web, per cui mi iscrissi alle mailing list Yahoo! di Xena e frequentai forum e community a tema.
Da quel 4 Settembre 1995 sono passati più di vent’anni e in questi giorni pare che la NBC stia preparando un reboot della serie, per cui Lisa Granshaw di Blastr.com ha recentemente intervistato alcuni dei protagonisti della serie, tra cui Renèe O’Connor (Olimpia) e Steven Sears, uno dei writers dello show. Nell’articolo Steven Sears parla del rapporto tra le community online e il cast a la crew di Xena e sottolinea l’importanza che ha avuto il web nel successo del telefilm. Questo mi ha dato da pensare. Ho delle considerazioni da fare.
Xena ha “inventato” la Social Tv, quando ancora non c’erano i social
La Social Tv inizia davvero con Xena? Diciamo che ne è uno dei capostipiti insieme a “X-Files” (partita oggi la nuova stagione) e “Buffy, the vampire slayer“.
Tra i tre X-Files è quello che ha più successo sulla televisione generalista, arrivando a sfiorare i venti milioni di telespettatori per episodio. Xena, nella sua stagione più popolare (la seconda) arriva quasi fino a otto milioni. Buffy non supererà mai i 6 milioni. Tutti e tre i telefilm comunque non arrivano al successo di Friends e di ER, gli show più seguiti del periodo. Cosa hanno in comune Xena, X-Files e Buffy? Sono telefilm che hanno un grosso seguito nerd.
Sul web si creano le community, le mailing list, i forum, le persone scrivono fanfiction, tantissime fanfiction. E se giudicassimo la popolarità di uno show sul numero delle sue fanfiction… Buffy vincerebbe a mani basse.
Ma Xena è un caso a parte e vi spiego perché.
La comunità LGBTQ
Siamo a metà degli anni 90. Siamo in un altro mondo. Negli Stati Uniti è appena finita l’emergenza AIDS. Non si parla di matrimonio gay nel 1995. Ellen Degeneres, per quanto ne sappiamo, è etero. Ma internet esiste ed è anonimo, per cui diventa ben presto un luogo sicuro per le comunità LGBTQ.
E Xena ci mette ben poco a diventare un’icona gay. Il rapporto tra Xena e Olimpia è spesso borderline. I writers ci giocano un po’ sopra, la chimica tra Lucy Lawless e Renèe O’Connor fa il resto. A fine prima stagione Olimpia rischia la vita e vediamo un nuovo lato di Xena completamente diverso, la vediamo disperarsi come mai aveva fatto prima. Questo è il punto di svolta. Xena diventa uno show LGBT, per altro senza mai dirlo apertamente. Quello che fa Xena è chiamato subtext. In sostanza per alcuni spettatori è uno show con una protagonista cazzuta che cerca la redenzione dal suo passato oscuro picchiando i cattivi, per altri è qualcosa di più. Sono i fan interessati al subtext che sono più attivi sul web: fanfiction, fanart, discussioni e discussioni sugli episodi…
Il chiacchiericcio non si ferma neanche quando il telefilm finisce. Cominciano le convention, iniziano le petizioni per una nuova serie o per un film, sul web alcuni artisti si mettono d’accordo e creano la settima stagione virtuale, un qualcosa di unico nel suo genere.
Il caso unico di Melissa Good
I produttori e gli scrittori di Xena sono sempre stati molto attenti a ciò che chiedevano i fan sul web. Steven Sear, nell’articolo di Blastr.com, ammette che lui e altri writers frequentavano le chat e potevano comunicare in maniera diretta con i telespettatori. Era qualcosa di nuovo per l’epoca.
Chi ha seguito il telefilm non può non notare che la quinta stagione di Xena stride rispetto alle altre. In quel periodo la crew artistica di Xena era impegnata con Cleopatra 2525 e un nuovo team di scrittori prende il commando: è la stagione della gravidanza mistica di Xena (Lucy Lawless era incinta in quel periodo) e il rapporto tra Xena e Olimpia fa un grosso passo indietro in questi episodi, venendo quasi dimenticato. I fan non sono felici di questa stagione e la criticano online.
I produttori Sam Raimi e Rob Tapert tornano indietro per la sesta stagione, sanno che sarà l’ultima e sanno quello che i fan vogliono, perché li hanno ascoltati sul web. Decidono quindi di aggiungere Melissa Good nel team degli scrittori. Questa è una mossa interessante. Melissa Good ha un suo sito di fanfiction di Xena: il suo sito è ancora online se volete vederlo. In sostanza una fan viene reclutata per scrivere gli episodi della serie. Non era mai successo prima ed è ancora un caso unico. E’ un segno però: il team dietro a Xena ha usato il web.
Le mie considerazioni
E’ normale adesso parlare di Social Tv. Commentiamo in diretta Masterchef su Twitter, aggiorniamo i nostri status su Facebook, reblogghiamo gif di telefilm in maniera compulsiva su Tumblr… ma non è niente di nuovo.
L’hashtag #SerialUpdate, uno di quelli che uso quando commento su Twitter, è una crezione di Serialmente e prima di Serialmente c’era il forum di BuffyManiac (ero iscritta, il mio nickname era Layla). Facevo parte anche del forum Freefans e del fanforum.
Anche il commento in diretta esisteva già all’epoca. Da una parte si organizzavano “VC” (visioni comunitarie) su MSN (se sono sopravvissuta al lag di una chat multipla di MSN posso sopravvivere a tutto), dall’altra sui forum si aprivano sempre due topic di discussioni di puntata: uno per i commenti durante la visione, uno per il commento finale.
La Social Tv esisteva già nel 1995, erano gli strumenti ad essere differenti.
C’è un’altra cosa però che è importante notare. La differenza tra il 1995 e il 2016 è come guardiamo la televisione. I servizi di streaming sono sempre più popolari e ci permettono di vedere la televisione come e quando vogliamo noi.
Inoltre i social di adesso sono internazionali. L’idea di aspettare più di qualche ora per il nuovo episodio di Games of Thrones è impossibile: non è solo perché abbiamo una gran voglia di vedere la nuova puntata, non vogliamo essere spoilerati. Non che negli anni 2000 chi fosse su internet non incapasse in spoiler (avevo saputo della morte di Jen in Dawson’s creek molto prima che la puntata finale arrivasse in Italia), ma era già più difficile. Dovendo aspettare per forza la messa in onda italiana, si frequentavano community italiane: eravamo tutti allo stesso piano.
Questo è quello su cui i player si sfideranno nel prossimo futuro a mio avviso ed è il motivo per cui Netflix attirerà sempre più utenti. Un articolo apparso in questi giorni su Lega Nerd parla proprio dei numeri di Netflix in Italia che alcuni avrebbero giudicato deludenti, ma le persone a cui è rivolto Netflix, come dicono nell’articolo, sono i nerd, gli stessi nerd che commentavano Xena sui forum dieci anni fa (case on point: la sottoscritta). Tutti si ricordano di Xena, nessuno si ricorda di JAG (nato nello stesso anno, aveva il doppio degli ascolti all’epoca).