Yoast SEO è un plugin di WordPress per l’ottimizzazione SEO. Recentemente mi accorgo che invece di essere un aiuto, sta diventando un problema. Con Yoast la SEO, una materia estremamente complessa, è rilegata ad una checklist piuttosto banale. Già alcuni miei colleghi hanno trattato l’argomento, ma penso che questo sia il caso in cui repetita iuvant, mi sento di doverne parlare.
Come uso Yoast SEO
Prima di tutto: sì, io uso Yoast. Lo considero fondamentale a dire la verità. Quando lavoro su siti in WordPress, Yoast per me diventa un passo obbligato. E’ un plugin che aiuta davvero, se sai come usarlo e come sfruttarlo.
- Metatag – Yoast mi aiuta a compilare i metatag title e description in maniera semplice. I Meta sono ancora molto importanti nell’ottimizzazione del sito.
- Contenuti duplicati – Doppia categoria? Grazie alle impostazioni di Yoast non ho problemi di sorta, perché le impostazioni di Yoast mi evitano il problema con facilità
- Social – La parte Social di Yoast mi permette di avere i metadati di Twitter, il protocollo OpenGraph, il codice di verifica di Pinterest…
Questo è quanto.
Come vedete Yoast più che come strumento SEO, lo uso come strumento per semplificarmi la vita.
Come funziona Yoast?
Quando scrivi un articolo per WordPress, Yoast ti mette a disposizione uno strumento che ti fa una specie di checklist SEO e in base alla tua parola chiave, a quello che hai scritto e come lo hai scritto ti da un giudizio. Il rosso significa che hai fatto tutto sbagliato. Con l’arancione sei sulla buona strada. Il verde significa che il tuo articolo è ottimizzato. Questo è quello che viene definito il semaforo di Yoast.
Ma qual è l’importanza di questo semaforo? Un po’ meno di niente a dire il vero.
Se è vero che la checklist di Yoast può dare consigli effettivamente utili, ad esempio l’inserimento di un’immagine nel post, è anche vero che la SEO non è una checklist: non posso semplicemente seguire i consigli Yoast per ottenere posizionamento e risultati. Sarebbe troppo bello se funzionasse così e non ci sarebbe bisogno di consulenti SEO, no? E invece eccoci qua…
Le “vittime” di Yoast
Mi capita spesso di parlare con potenziali clienti che non si capacitano di non ottenere un buon posizionamento o un miglioramento di traffico in entrata al sito nonostante il “verde yoast”. Subito dopo aver placato la mia voglia di urlare, passo ad analizzare i problemi.
- Struttura sito – Puoi avere i contenuti ottimizzati al meglio del meglio, ma se il tuo sito ha una struttura da far schifo non ci caverai un ragno dal buco. Questa è una cosa che Yoast non riesce a valutare
- E la user experience? – Questa sconosciuta
- Parole chiave sbagliate – “Ristorante” non è una parola chiave. “Ristorante Genova” è una parola chiave, ma è molto concorrenziale. “Ristorante di pesce Genova centro” potrebbe essere la tua parola chiave, ma come fare a scegliere quella giusta? Questo è un lavoro per il consulente di SEO che conosce i software per analisi parole chiave!
- Offsite – La SEO non è solo contenuti, è bene ricordarcelo. C’è anche la linkbuilding per esempio che è importante ed è un’altra cosa che non viene contemplata nella checklist di Yoast.
- Yoast non è ben utilizzato – La maggior parte delle volte in cui smanetto su un sito con Yoast mi accorgo che quest’ultimo ha decine di contenuti duplicati: questo perché si guarda solo alla checklist di Yoast, non alle impostazioni
- Reminder – La sitemap di Yoast fa schifo. Smettete di usarla!
Di lunghezza minima e altre cavolate
- Quasi sempre Yoast mi dice che i miei testi sono difficili da leggere. Non è vero. Il fatto è che scrivo in italiano, una lingua più complessa e articolata dell’inglese di Yoast.
- Quasi sempre ottengo il pallino verde della lunghezza. I miei post superano sempre le 300 parole minime consigliate dalla checklist. Sono anni ormai che quando si parla di lunghezza di post si dice che i post che si posizionano meglio sono solitamente più lunghi di 1500 parole. Sappiamo anche che ci sono siti che si posizionano con articoli da 150 parole. E quindi? Quindi le 300 parole sono un dato quasi assolutamente random.
- La Keyword density, cioè quante volte è stata trovata una parola chiave nel testo, è una concetto che fa un sacco ridere nel 2016.
Lo dice anche Giorgio
Recentemente Giorgio Taverniti, in arte Giorgio Tave di Forum GT, GT Studies e il creatore di SEO Power (il libro con il quale ho iniziato tutto cinque anni fa), ha rilasciato un video bellissimo dove parla anche del semaforo Yoast, della keyword density e della lunghezza dei post.
Spoiler alert: dice le stesse cose che ho detto io (e ne aggiunge tante altre)
Conclusioni
Yoast non serve a nulla, soprattutto per chi non è SEO.
P.S. Questo post ha il semaforo verde sulla parola chiave Yoast. Oh che sorpresa!
Edit del 31/03 – E poi niente Amin scopre che puoi ottenere la “Certificazione esperto Yoast” e non credo ci sia molto da aggiungere.