La notizia dell’estate per me è stata la vendita di Yahoo! a Verizon. Era nell’aria che qualcosa stesse cambiando per Yahoo!, ma sinceramente non mi aspettavo Verizon come player. E’ una notizia che è piuttosto importante, perché Verizon è un internet provider e adesso è anche un motore di ricerca. Google è un motore di ricerca che sta cercando di diventare internet provider. In ogni caso ciò che ha fatto parlare in questo periodo è stata una dichiarazione di Marissa Mayer sul suo lavoro ai tempi di Google. In un’intervista con la rivista Bloomberg ha affermato che, nei primi tempi in cui ha iniziato con Google, lavorava 130 ore a settimana.
[Could you work 130 hours in a week?] The answer is yes, if you’re strategic about when you sleep, when you shower, and how often you go to the bathroom. The nap rooms at Google were there because it was safer to stay in the office than walk to your car at 3 a.m. For my first five years, I did at least one all-nighter a week, except when I was on vacation — and the vacations were few and far between. – Fonte
Per me questa è pura follia.
E questo tipo di mentalità è del tutto americana, come ho scritto in risposta al post di Riccardo sullo stesso argomento che vi consiglio di leggere (leggete anche i dibatti nei commenti, sono interessantissimi).
Il fatto è questo però. Il timing dell’intervista a Marissa Mayer non poteva essere più terribile. Yahoo!, sotto la guida dell’ex-Google, non è mai riuscito ad avere risultati e anzi ha sprecato asset. La vendita a Verizon, in perdita per altro, è stata solo la conferma di una gestione che personalmente definirei pessima (del mio giudizio, lo so, non gliene frega niente a nessuno, ma comunque…). La dichiarazione sulle 130 ore di lavoro a settimana è stato solo un altro motivo di attacco.
Piccola parentesi personale: ho creduto in Marissa Mayer. L’ho fatto per me. Di CEO donna nell’ambito Tech c’è ben poco ed è importante avere una rappresentazione. Il fatto che Marissa Meyer abbia fallito è sconfortante. Non riesco a fare a meno di chiedermi quando ci sarà un’altra CEO donna, incinta e madre per altro, a guidare una grande società Tech.
Detto questo torniamo a parlare delle famose 130 ore di lavoro a settimana. Il fatto è questo: lavorare di più non significa lavorare meglio. E’ importante lavorare bene. Per dirlo come lo direbbero gli americani: Work Smart, not hard. O meglio ancora Work Hard AND Smart.
Girando per il web cercando consigli su come superare il blocco dello scrittore uno dei consigli che si ripete più spesso è fare una pausa, staccarsi dal foglio bianco. Anche io ne avevo parlato tre anni fa. Prendersi una pausa, fare una passeggiata, andare al cinema, passare tempo con amici e famiglia non è una perdita di tempo, ma serve a ricaricarci. Nuove esperienze possono darci nuovi punti di vista, nuove idee, nuovi spunti. E, qualsiasi sia il nostro lavoro, questo può esserci utile a prescindere.
A tal proposito le mie vacanze cominceranno la settimana prossima! 😉