Venerdì scorso ho partecipato ad un’altra tappa di Dieci Cose e come al solito non poteva mancare il resoconto finale. Questa è stata la mia quarta partecipazione ad un Dieci Cose ed è un formato che continua a convincermi, tant’è che, grazie alla sottoscritta, l’ho fatto “scoprire” ad altre tre persone. Questo lo volevo ricordare perché così Paolo può calcolare il mio ROI.
Scherzi a parte, il tema di questo incontro era il vendere online e abbiamo molto di cui parlare, per cui… parliamone!
La comunicazione viene dopo
Un paio di settimane fa ho scritto un post su come il webmarketing è spesso considerato l’ultima risorsa contro la crisi e come questo atteggiamento sia sbagliato, perché ci sono cose che non si possono risolvere con una buona comunicazione. Nel suo intervento, il primo della giornata, Paolo rimarca esattamente questo concetto.
La frase “siamo leader del settore” ora è confutabile e se ci sono lacune in un progetto bisogna risolverle PRIMA di cominciare a fare comunicazione, altrimenti rischiamo di non ottenere risultati.
In breve e in pratica
- Buon prodotto + Buona comunicazione = WOW
- Cattivo prodotto + Comunicazioni = Problemi
- Buon Prodotto – Comunicazione = Spreco
Detto questo vorrei aggiungere una cosa su questo discorso. Molte delle persone con cui parlo hanno paura dei social perché sono terrorizzati dalle recensioni e dei commenti negativi. Per rassicurarli di solito dico che probabilmente la gente sta già parlando male di loro sul web, solo che non lo sanno.
Stranamente non tutti si sentono tranquillizzati da questo concetto.
Aggiungo anche che, personalmente, non mi affido più ad aziende che non hanno dei profili social attivi, perché, in caso di problemi, so già che i Social possono tutelarmi più di un servizio utenti con numero verde.
Chiusa questa parentesi, torniamo all’intervento di Paolo che, dopo aver messo i puntini sulle i, passa a parlare del funnel di conversione che in linea di massima è sempre molto lineare quando viene disegnato, ma che sappiamo bene invece che non c’è nulla di lineare nel nostro processo di acquisto. Altrimenti quale sarebbe il divertimento?
Inoltre è bene ricordare che tutto si evolve molto velocemente online, quindi qualcosa che vale per oggi, domani potrebbe non significare più niente.
Dall’intervento di Paolo ci sono due concetti molti importanti che vanno rimarcati. Il primo è quello del target e delle personas. Facebook è la “persona” che ci conosce di più dopo il partner (io sono single, quindi… immagino che Facebook sia il mio nuovo fidanzato) e il pannello pubblicitario di Facebook è fatto in modo da sfruttare la conoscenza di Facebook delle persone per avere un target specifico, soprattutto quando si connette il sito (che è sempre il nostro punto di partenza) a Facebook con la costum audience.
E da questa idea si sviluppa il secondo argomento: l’IT e il marketing devono comunicare, devono diventare un insieme. Profilazione, automazione, tracking, analytics diventano un qualcosa di unico e per sfruttare tutto a dovere bisogna che l’It dia una mano al marketing. Questo è un concetto che tornerà in altri interventi.
Un’altra cosa che introduce Paolo nel suo intervento e che ritorna durante la giornata è quello dell’attribuzione. Da chi arriva la nostra conversione? Dalla SEO, da Facebook, da Adwords? Probabilmente tutti hanno un ruolo, perché la conversione è una serie di cose e il “complesso” funziona meglio in generale.
Come (Non) Vendere con la Comunicazione
Non tutto ciò di quello che facciano deve essere mirato ad avere una conversione. Contenuti interessanti e presenza sui social ci aiutano a costruire un’audience. Si fa content marketing per costruire una relazione, perché il percorso che ci porta a vendere è complicato ma inizia da un’audience e una relazione.
L’audience si costruisce con i social, col sito, con la newsletter, con l’app, con il podcast, con slide, con corsi… ci sono tanti modi per costruire l’audience e il content marketing è un qualcosa che mette d’accordo B2C e B2B.
L’intervento di Rocco è stato molto interessante, perché ha sottolineato l’importanza del contenuto che “non vende“, ma che serve. E’ una cosa che si tende a dimenticarsi a volte tra strategie di advertising e la parola ROI che continua a girarsi in testa.
Per sottolineare l’importanza del contenuto che “non vende”, Rocco ha citato Netflix e siccome merita… lo cito anche io!
E non dite di non conoscere Aranzulla, perché mentite sapendo di mentire!
Il B2B è sempre più difficile
L’intervento di Saverio si concentra sul B2B. Vendere online col B2B è vagamente più complesso, perché ha esigenze più specifiche e non è un caso che Saverio inizi parlando di landing page. Quando parliamo di B2B infatti il compito più che vendere è arrivare ai leads e per farlo le landing sono il modo migliore.
Detto questo non basta piazzare una landing e via per riuscire a fare qualcosa, anche quando parliamo di B2B ci vuole una strategia di base che può comprende diverse tattiche, strumenti e mezzi, tipo…
- Content Marketing – Il blog rimane fondamentale
- Social Content – Linkedin, Facebook, Twitter, Persino Google+ possono aiutare molto
- Search Marketing – Che comprende SEO e Adwords
- Remarketing – Può sembrare fuori luogo ma in realtà è estremamente importante anche nel B2B
Dell’intervento di Saverio porto a casa anche alcune interessanti statistiche. Bing in Italia ha una partnership con Yahoo! e il suo utilizzo, anche considerato che è il motore di ricerca di IE, è intorno al 4-5% ed è molto attivo in Italia, mentre arriva anche al 20-30% su altri mercati (tipo quello americano).
Linkedin Ads, secondo l’esperienza di Twow, in Italia costa ancora troppo e non porta risultati interessanti, ma comunque funziona molto bene per Brand Awareness.
Momento giusto, persona giusta, prodotto giusto
Dopo una breve pausa al MacDonald e si ricomincia parlando di automazioni con Emanuela. La conversione arriva quando il prodotto giusto incontra la persona giusta al momento giusto. Cercare di mettere insieme queste cose non è facile per cui l’automazione e il retargeting viene in nostro aiuto in questi casi.
Ma quando si parla di automazione di cosa si parla in realtà?
Be’ è un qualcosa che unisce il sito, la nostra audience e i feed. Tutto comincia dal sito che è sempre il punto di partenza, perché è completamente sotto il nostro controllo.
Il feed è un flusso di informazioni che mi aiuta ad offrire una comunicazione mirata agli utenti.
Lo so, l’ho fatta semplice, estremamente semplice. In realtà questo del retargeting, delle automazzazioni e dei feed è qualcosa che voglio approfondire. Aspetto le slide, ci studio e poi ci ritorno su questa parte. Abbiate fede!
Ecommerce, Gestionali, App = I mezzi per vendere online
Gli ultimi due interventi sono a tema IT per finire il circolo. Marco Mocellini è il primo che ci porta in questo affascinante mondo, parlandoci dei vari tipi di gestionale e di ecommerce e di come unirli. In questo senso, anche se si tratta di un intervento tecnico, si parla comunque di marketing. SEO e User Experience vengono fuori spesso nel discorso. IT e Marketing lavorano insieme già da prima di dover lavorare insieme.
Dopo che Marco Mocellini ci spiega i pro e contro dei vari gestionali e dei vari sistemi che vengono utilizzati per gli ecommerce, arriva il momentod di un altro Marco, Brabilla, che questa volta ci parla di App che non vendono. Perché gli utenti non comprano con le mobile app? Be’ spesso e volentieri chi vuole un’app non si ferma a pensare se gli serve davvero e ogni app è differente e ha bisogno di cose differenti. Una delle cose che mi piacerebbe approfondire su questo discorso, visto che ci lavorando sopra, è come si possono promuovere le app. Ci ritornerò.
Conclusioni
Una delle cose che mi sento di rimacare è l’importanza dei corsi di formazione. Rimanere aggiornati è fondamentale ma è difficile ritagliarsi spazio per studiare e fare prove, ma dobbiamo farlo, dobbiamo provarci. Proviamo, testiamo, studiamo… e parliamone.