La pubblicità su YouTube non può essere la pubblicità sulla TV

Sarà deformazione professionale, ma quando vedo pubblicità brutte ho reazioni probabilmente spropositate. Passo dalla tristezza, pensando alle opportunità sprecate, all’ira, alla rabbia cieca. “Come hanno potuto creare una cosa del genere???” scrivo alle mie amiche su WhatsApp che giustamente mi ignorano.

L’ultima pubblicità che crea in me sentimenti di odio è quella della Gilette Venus. La mamma e figlia che litigano, perché la mamma non vuole vedere la figlia crescere ma poi si risolve tutto perché la mamma compra un rasoio Gilette Venus e così la figlia si può finalmente togliere i peli superflui e diventare donna.

Non avrei mai pensato di poterlo pensare, tanto meno scriverlo, ma mi manca Bobo Vieri che dice “Shave like a bomber”. 

Per altro, considerando l’aumento di popolarità del calcio femminile negli ultimi tempi, non ci sarebbe stata male una pubblicità simile dedicata alle ragazze con protagonista Cristiana Girelli o Valentina Giacinti. Poteva diventare uno spot ironico oppure poteva essere declinato all’empowerment delle donne e delle ragazze. 

E invece no. 

Abbiamo la pubblicità della madre e della figlia che risolvono i loro problemi grazie all’acquisto di un rasoio. 

Cosa abbiamo fatto di male? 

La pubblicità di Gilette Venus è terribile. E non lo dico solo perché sono una femminista che brucia i reggiseni in piazza. No, è terribile perché è fatta male. Vuole provare ad essere una di quelle pubblicità strappalacrime, tipo “Thank you, mom” della P&G. Vorrebbe essere una pubblicità con una morale, sulla crescita, sul rapporto, pieno di amore ma complicato, tra madre e figlia. 

E invece è una roba. 

È vuota, senza emozioni. Non ti lascia nulla. 

È dimenticabile. 

(A dire il vero non credo che io la dimenticherò: ma non per i motivi giusti)

Nonostante quello che chi mi conosce potrebbe pensare: guardo pochissima televisione. Tra i vari servizi di streaming, la televisione ha un ruolo marginale nella mia vita (per essere coerente ho tre televisioni in casa: salotto, camera e cucina. Tengo a sottolineare che casa mia ha 4 vani. In sostanza mi manca la tv solo in bagno).

In compenso su YouTube ci passo le ore. 

E indovinate un po’? 

La pubblicità della Gilette Venus mi è capitata davanti come sponsorizzata ad un video di YouTube.

Significa che l’agenzia di comunicazione (o il reparto marketing interno) della Gilette ha deciso che era una buona idea fare una campagna video su Google Ads. E per di più hanno deciso di targhetizzare me. Ora vi spiego perché è stata una pessima idea. 

La pubblicità della tv non va bene per YouTube

La pubblicità online non può essere la stessa che va bene per la tv. Sono due strumenti diversi. Che hanno regole diverse. Che portano risultati diversi.

Sulla TV puoi skippare la pubblicità dopo cinque secondi? Sulla TV puoi cliccare e scoprire di più? Sulla TV puoi commentare lo spot? (Questo almeno fino ad oggi, Luglio 2020)

L’anno scorso sono stata un paio di volte da Google Italia a seguire dei corsi, uno dei quali era proprio incentrato su YouTube. Le regole per una pubblicità che funziona su YouTube sono poche e semplici

  1. I primi 5 secondi sono fondamentali. Nei primi cinque secondi devi creare curiosità e il marchio deve essere ben visibile. Questo proprio perché il rischio di skip è alto
  2. La lunghezza del video dovrebbe essere di massimo 45 secondi perché l’interazione si abbassa drasticamente dopo questo livello
  3. Sii chiaro nel tuo messaggio e nei tuoi obiettivi

La pubblicità di Gilette Venus è stata pensata (male a mio avviso) per la tv, non per YouTube. E su YouTube stride.

E inoltre il target è sbagliato

Non riesco a capire per quale motivo io, una donna 33enne senza figli con interessi molto specifici che dovrebbero essere molto lontani da quelli di Gilette Venus (per altro: compro i rasoi Gilette, ma quelli da uomo perché costano meno e sono migliori. Pink tax non mi avrai), mi sia trovata davanti questa pubblicità su YouTube.

Come è stato creato il target?

Perché sinceramente questa pubblicità andrebbe targhetizzata a madri di figlie adolescenti.  Se non altro, solo per la mia età, è difficile che io abbia una figlia adolescente pronta a togliersi peli superflui. 

Non impossibile, sia chiaro, ma difficile. 

Considerando i sistemi di target demografico disponibile su YouTube sarei andata sul gruppo dai 35 ai 44 anni. 

Oppure volevano ricordarmi che durante l’adolescenza mia madre ed io avevamo un rapporto complicato ma che l’amore della mamma è speciale? No, perché ad onor del vero mia madre era del team ceretta. In ogni caso questo non è uno spot nostalgico. 

(Il problema di questo spot è che è un sacco di “non è” in effetti e non si capisce cosa dovrebbe essere)

Morale

Cercate di fare delle belle pubblicità perché poi io mi offendo personalmente. 

E in ogni caso, se lavorate su YouTube, cercate di fare spot adatti al mezzo, non di riciclare la pubblicità che avete fatto per la tv.

Per finire, un consiglio bonus: cercate di essere coerenti. 

Perché avrei molto da dire anche su Brumotti amico della natura che compra le bottigliette di plastica che hanno meno plastica 

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La pubblicità su YouTube non può essere la pubblicità sulla TV
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La pubblicità su YouTube non può essere la pubblicità sulla TV
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YouTube ha regole diverse rispetto alla televisione. Quando si pensa a spot sponsorizzati bisogna considerarlo
Elisa Acrossnowhere