Saper ascoltare è importante. E’ una buona regola nella vita. E’ fondamentale quando si lavora con i Social Media. Si ascolta per capire cosa dice la gente di noi e si ascolta per essere sempre preparati su quello che sta succedendo intorno a noi. Per ascoltare bisogna avere gli strumenti giusti e uno dei più conosciuti e usati è Google Alerts: puntuale e preciso arriva ogni giorno nella mia casella di posta elettronica. Qualche tempo fa però ho attivato anche Talkwalker Alerts, dopo che l’amico Merlinox ne aveva parlato in un suo post. Ormai uso Talkwalker dall’inizio della scorsa estate, quindi ho deciso di scrivere qualcosa sull’argomento.
N.B. Siccome molti di noi conoscono già molto bene Google Alerts, mi soffermerò a parlare soprattutto di Talkwalker.

Talkwalker Alerts – Le cose buone

Partiamo dal principio e diamo subito una stellina a Talkwaker Alerts per la semplicità d’uso: è facile iscriversi, è facile settare i propri alerts, è facile modificare o cancellare le query.
La maggior parte dei miei alerts è in italiano, ma per sperimentare un po’ ho attivato anche anche query in inglese. I risultati che ogni volta mi propone TalkWalker Alerts sono tanti e diversi tra loro. Un altro aspetto positivo è che Talkwalker Alerts divide i risultati in “News”, “Blog” e “Discussion” in modo piuttosto chiaro. Il design di Talkwalker Alerts è ben curato, molto più leggibile di Google Alerts.

Talkwalker Alerts – Le cose un po’ meno buone

Il design più curato e più leggibile di Talkwalker Alerts è anche un design sostanzialmente più pesante. Non è di per sè un difetto ma a volte capita che la mia connessione sia veloce quanto un bradipo morto e le email di Talkwalker ci mettono di più a caricarsi rispetto a quelle di Google.

Il vero difetto di Talkwaler però è un altro. Non sempre fa una buona selezione degli articoli proposti. E’ capibile se gli chiedo di mandargli tutti i risultati disponibili invece che quelli migliori. Per esempio io ho attivato l’alerts “Dolci”, che mi rendo conto essere vagamente generico, e mi sono ritrovata un articolo di arredamento.it che parlava di arredi bagno (sotto per altro veniva invece segnalato un update sul triste caso di Elena Ceste, anche questo completamente fuori dalla mia ricerca).

talkwalker alerts
Dolci… WC?

Purtroppo non è solo la parola “Dolci” che mi ha dato questi problemi, la stessa cosa vale per “Scarpe” e “Healty” e in generale trovo sempre qualche segnalazione che poco c’entrano con la mia parola chiave. C’è da migliorare l’aspetto di semantica, il capire cosa l’utente vuole quando cerca “Dolci”. In questo non c’è paragone: Google Alerts funziona meglio. Il che non significa che ogni tanto Google non inserisca cose che non c’entrano, ma comunque… Difatti gli alerts di Google di solito contengono meno link rispetto a quelli di Talkwalker. Ho notato questo in particolar modo perché ho alcune query attive su Google Alerts sono attive anche su Talkwalker Alerts.

Un’altra cosa di cui tenere conto è che Talkwalker, la società dietro ai Talkwalker Alerts, è “english speaking“. Nonostante gli alerts di Talkwalker siano offerti anche in italiano, il sito di Talkwalker Alerts non ha una versione italiana (il sito di talkwalker invece è anche in italiano). Quando le query sono inglesi le cose vanno meglio in linea di massima, anche se “Healty”, che citavo prima, è comunque un alert che dovrò cancellare, perché non mi porta nulla, quindi dipende molto anche dalle parole chiave (Edit: ho avuto un brain-fart e ho lasciato per strada una acca)

Google Alerts vs Talkwalker Alerts: chi è il vincitore?

Il vincitore è Google Alerts. Non è esattamente sorprendente. Ma d’altra parte Google è il re del web. Detto questo, Talkwalker Alerts è un degno avversario e ho trovato tante cose interessanti grazie a questo servizio. Quindi sorge spontanea una domanda: quale usare? Usateli entrambi. E’ semplice. Avere entrambi i servizi attivati vi da la possibilità di avere più risorse attive e questo è ottimo. Se invece vi da fastidio avere la casella di posta piena di alerts, vi consiglio comunque di attivare entrambi i servizi e di studiarli per un po’ e poi scegliere quello che secondo voi è migliore per le vostre parole chiave.

P.S. Ricordate che l’ispirazione a volte arriva in modo strano. I miei risultati “poco inerenti” di Talkwalker Alerts mi hanno spesso portato comunque nuove idee e nuovi punti di vista, quindi… non essere sempre inerenti a volte funziona! 🙂