Vi ricorderete sicuramente del resoconto dell’evento #LeDitaGe e che vi avevo promesso una recensione di “La lettura digitale e il web – Lettori, autori ed editori di fronte all’ebook“. Ebbene, il libro l’ho letto e ora posso dirvi le mie impressioni.
Come sapete, anche se sniffo i libri, sono del tutto convinta delle funzionalità dell’ereader e della convenienza degli ebook. Nonostante questo ho anche delle perplessità. La recensione del libro mi da quindi possibilità di fare qualche appunto a margine sulla questione ereader, ebook e tutto il resto.
Il primo Capitolo di “La lettura digitale e il web” è scritto da Abcdeeffe ed introduce il lettore al cambiamento che comporta la lettura digitale. Uno degli aspetti che Abcdeeffe ha sottolineato è che la lettura si fa orizzontale: un ebook costa meno di un libro (o almeno dovrebbe, ma su questo argomento torneremo poi) e un dispositivo digitale ci permette di portarci dietro migliaia di libri e documenti, in questo modo è più facile passare da una lettura all’altra senza problemi.
Come fa giustamente notare il nostro scrittore/commentatore, questo potrebbe generare un deficit di attenzione. Ogni tanto io scherzo e dico che se non ci fosse stato internet, in questo momento probabilmente starei facendo il mio tirocinio di chirurgia. Si dice che in ogni scherzo ci sia un sottofondo di verità. Non dico che internet abbia la colpa dei miei sogni infranti, ma sicuramente quando sono senza connessione sono più produttiva (cioè quando finisco di piangere davanti al router, chiedendomi perché doveva capitare proprio a me).
Leggere un libro per me significa staccare. Posso farlo se ho un dispositivo che si connette ad internet e che rappresenta una grossa distrazione?
Devo ammettere questo è forse il motivo per cui ancora non sono passata all’ereader. Sono confusionaria e mi distraggo con un niente. Una mia grossa paura è che l’ereader invece di aiutarmi a leggere di più, diventi una condanna. Ovviamente tutti mi assicurano di no. “L’ereader è come un libro. Fosse un tablets magari avresti dei problemi, ma l’eareder no”. Chiaramente non sanno con chi stanno parlando. Sono la regina della distrazione e della procrastinazione.
Marta Manfioletti è l’autrice del secondo capitolo del libro. Il tema è semplice. “Chi sono e cosa vogliono i lettori digitali?“.
Pur non essendo (ancora) una lettrice digitale, posso dire di aver letto molto su questo argomento e di poter dire la mia. Cominciamo proprio con l’argomento del prezzo dell’ebook. E’ da un po’ di tempo che vorrei leggere “Nothing to envy”, visto che sto per comprarmi l’ereader (è questione di giorni) ho deciso di controllare la differenza di prezzo tra libro ed Ebook, per scoprire che, sorpresa sorpresa, il libro costa di più. Per essere precisi la differenza è di 1,30 Euro. Un’altra edizione ha una differenza di prezzo di 2,44 euro. Non faccio mistero che io sia genovese e che stia puntando all’ereader per risparmiare. Detto questo penso che ci debba essere un costo ai libri per ripagare scrittore, casa editrice e tutto il resto, ma bisogna considerare anche che un ebook non viene stampato né spedito, quindi la differenza di prezzo deve essere di più di un paio di euro.
Sono del tutto consapevole che la versione cartacea di Nothing to Envy sia in offerta, ma comunque sembra una presa per i fondelli. Questo non è l’unico caso per altro. Provate a cercare “Friday Night Lights: a Town, a team, and a dream” sempre su Amazon: la versione economica del libro viene a costare 4,74 euro in offerta, versione in ebook costa 4,50. La differenza di prezzo tra un ebook e un libro è di 14 centesimi?
Un’altra constatazione che faccio è sui formati degli ebook. Sto pensando di comprare l’ereader della Sony (Edit: sta per uscire il Kindle Touch e dire che mi ero decisa!), perché mi viene difficile immaginare di utilizzare un dispositivo digitale che non abbia il touchscreen (ho un vecchio ipod video ed è esilarante vedere ciò che riesco a fare prima di ricordarmi che non ha la touchscreen). Ma comprare i libri da amazon potrebbe essere un problema proprio per colpa dei formati differenti. Ci vorrebbe una linea comune tra gli editori.
La seconda parte del libro è dedicata alla editoria digitale e le rete. Merita un appunto il capitolo di Marco Giacomello, “Diritto ed Ebook: perché sbagliando si deve imparare”.
In questo capitolo viene affrontata l’annosa questione della pirateria informatica. E’ un argomento che io ho toccato anche durante la presentazione del libro ed è una delle cose che più mi interessa, perché il mondo sta cambiando, ma purtroppo non tutti si accorgono di questo cambiamento ed è un peccato. Non solo la persona adatta per parlare di questo argomento, a me l’unica cosa che hanno “rubato” è una grafica di Dragon Ball nel 2001, quindi non sono un’esperta nel settore, quindi lascio la parola a Neil Gaiman
Ricordo che anche Coelho ha più o meno la stessa opione di Gailman su questo argomento e Coelho è uno che vende e tanto.
Gabriele Alesse nel settimo capitolo va ad indagare nel rapporto tra Case editrici e delle comunità social di lettori. Non mi sento preparata abbastanza per entrare nell’argomento, ma vorrei solo far notare che la forza del passaparola esiste da anni e l’esempio più eclatante non è “L’eleganza del riccio”, si tratta di “Harry Potter“. “Harry Potter” per altro, vorrei ricordarlo, è stato rifiutato da 13 editori prima di venire stampato ed è il primo libro che ha creato un suo social network dedicato.
Detto questo si può anche notare un pattern: altri recenti successi di passaparola sono stati “Twilight” e “The Hunger Games“. Questi tre libri hanno in comune solo il target di riferimento.
E a tal proposito vorrei citare ciò che dice Marco Freccero alla domanda: “Quanto Anobii e Goodreads sono utili nell’attività promozionale di una casa editrice?”
Se esiste un settore imprevedibile è proprio l’editoria. Per quanti calcoli e strategie si mettano in campo, alla fine il caso, il passaparola faranno il grosso del lavoro. Purché la qualità del libro esista; se il libro fa schifo non andrà lontano.
Questo è falso. Un libro che fa schifo può avere un successo esagerato. Altrimenti spiegatemi Moccia. Anche Moccia è nato da un passaparola. Anche Twilight. Anche Cassandra Clare. E potrei continuare. I grandi successi letterari di oggi sono nati grazie al passaparola dei più giovani. Se io fossi un editore ci penserei a queste cose qui, perché da qualche parte c’è una morale che mi sfugge.
Altri appunti
- Trovo invece molto interessante lo spunto di Marco Dominici nel terzo capitolo sul mondo dell’editoria scolastica. Quando andavo alle medie, il mio zaino pesava nove chili. Quando dovevo portarmi dietro il dizionario di latino alle superiori lo zaino pesava molto di più. Sarebbe bello se la nuova generazione potesse evitarsi problemi di scogliosi grazie a ereader e tablets.
- Un altro interessante spunto di lettura è quello dedicato alle recensioni dei libri in rete. E qua vorrei fare una piccola digressione sulla storia di internet. Siccome ho una certa età mi ricordo ancora un web il cui unico social network era il forum (in realtà non è proprio così, c’erano Friendster e Livejournal, ma alla grande rivoluzione social mancava ancora un po’). I forum avevano varie sezioni e le recensioni non mancavano mai. Si recensiva qualsiasi cosa: cd, libri, fumetti, film. La recensione è una cosa che non è andata persa con l’avvento dei Social Network.
- Sarà che io sono sempre aperta alle novità e che internet per me ha rappresentato un’ancora di salvezza, ma le interviste agli scrittori, in particolare quella di Remo Bassini, a me hanno fatto cascare le braccia, mi hanno dato proprio l’idea della ristrettezza mentale e, giusto appunto, non mi fanno venire voglia di comprare i loro libri (mentre sarei disposta a comprare tutta la bibliografia di Claudia Durastanti).
Conclusioni
Non so se leggere un libro cartaceo sulla lettura digitale e il web sia da considerarsi una situazione ironica, ma devo ammettere che è stata una lettura piacevole e interessante.
Ho ancora dei dubbi sull’ereader? Certo. Ma non sono dubbi sul device, ma più che altro sui tipi di formati, sulle licenze e anche, come scrivevo all’inizio, sui costi degli ebook, ma è certo che l’ereader diventerà presto una simpatica aggiunta in casa mia.
Per me avere un ereader sarà fondamentale per un semplice motivo: io vivo sul web. Lo uso da anni per socializzare e adesso sono riuscita a farne un mestiere. Vivere sul web significa vivere in un villaggio globale, con i suoi pro e i suoi contro, ho amici da tutto il mondo e se mi consigliano qualcosa, voglio avere la possibilità di averlo subito e di non dover aspettare le calende greche perché arrivi in Italia (recentemente: The Hunger Games è uscito al cinema negli Stati Uniti la scorsa settimana, arriverà in italia a Maggio). Grazie all’ereader avrò risolto questo problema quanto meno con i libri. Sperando che arrivi presto qualcosa del genere per film e telefilm (per la musica c’è già iTunes, anche se non sempre quello che c’è su iTunes all’estero c’è in Italia).
P.S. Mi sarebbe piaciuto fare un piccola digressione (sì, un’altra) per parlare del rapporto tra i Nerd come me, i libri e il fandom, ma è un discorso complicato e non del tutto pertinente.