La libertà di pensiero non è libertà d’odio

La polemica di oggi è la censura e la libertà di pensiero sul web e in particolare su Twitter. Se è occupato Einaudi Editore che ha condiviso la storia del 17enne inglese arrestato per aver mandato dei Tweets Maligni in direzione del tuffatore Tom Daley. Storia sbagliata, se vogliamo parlare di censura avremmo fatto meglio a citare la storia di Guy Adams.

Mettiamo subito in chiaro una cosa: il ragazzino arrestato non è un troll. Troll è Amanda Bieber e c’è una grossa differenza. Il ragazzino arrestato era un coglione che aveva dei grossi problemi, come viene dimostrato quando si legge tutta la storia.
Quando si dice che sul web non ci sono regole, si sbaglia. In realtà c’è la sempre troppo dimenticata Netiquette. In ogni caso a volte sarebbe importante solo accendere il cervello.
Tom Daley ha 18 anni e suo padre è morto tre mesi fa per un cancro al cervello, una cosa che non deve essere stata piacevole. Che diritto ha @Rileyy_69 di insultare Tom Daley? Che diritto ha @Rileyy_69 di ferire Tom Daley, citando il padre di Tom?
Non felice di questo, @Rileyy_69 comincia a minacciare: affogherà Tom Daley nella sua stessa piscina, sparerà e taglierà la gola a chi supporta Tom Daley.

Posso difendere la libertà di pensiero, ma nei tweets di @Rileyy_69 c’è voglia di far male, ci sono minacce, ma non c’è un pensiero da difendere. Cos’è la libertà di pensiero? Significa dire quello che si vuole? E’ giusto dire ciò che si vuole solo perché se ne ha la possibilità? Se una scene del genere si fosse svolta nella “vita reale” invece che su Twitter, sarebbe cambiato qualcosa? E se qualcuno dicesse “tutti questi clandestini andrebbero bruciati vivi, riapriamo i campi di concentramento. Ridatemi benito”? Dovrei difendere anche questo pensiero? Dovrei difenderlo nonostante in Italia ci sia il reato di apologia del fascismo?

C’è una linea da tracciare. Gli esseri umani si sono evoluti (be’ la maggior parte di essi quanto meno) e ci sono cose che non si possono tollerare, barricandoci dietro alla “libertà di pensiero”. Non si può tollerare il razzismo. Non si può tollerare l’omofobia. Non si può tollerare il sessismo. E ci devono essere conseguenze per certi tipi di comportamenti, altrimenti non andremo mai oltre. Queste conseguenze devono essere il carcere? No, di certo, ma non è neanche giusto usare la frase “libertà di pensiero” per questi casi, qua si tratta di instigamento all’odio.

Tra l’altro, questa cosa è già un problema. Il cyber-bullismo è in aumento e in conseguenza aumentano anche i suicidi soprattutto tra gli adolescenti, in particolare tra gli adolescenti gay (questi suicidi hanno un nome: Bullycide). Le parole hanno un peso, l’odio anche.

Sui social, dobbiamo notare, dire (e supportare) vaccate per le grandi aziende e i personaggi famosi ha già delle conseguenze, ci sono milioni di casi da poter analizzare, ecco alcuni dei più recenti: Celeb Boutique, Dane Cook, Chick-A-FilDaniel Tosh e per stare in tema Olimpiade Michel Morganella e Voula Papachristou.

Discutiamone pure.

(Fonte immagine e articolo interessante sull’argomento: link)