Questa è la settimana di Natale e quindi i post sul blog sono a tema. Deal with it. L’ispirazione arriva da questo post di Riccardo Esposito. Ho deciso di aggiungerci qualche postilla, perché, anche se ogni tanto lavoro come community manager (comincia così, si può dire), il mio lavoro si concentra soprattutto sull’ottimizzazione e il posizionamento dei siti internet, concetti di difficile comprensione, considerato che c’è ancora gente che nel 2012 non ha un sito internet.

One does not simply get to the top of Google
Quindi cosa faccio?
Spiegato in maniera molto, molto semplice, io sono quella persona che cerca di fare in modo che un sito sia tra i primi risultati di Google con delle determinate parole chiave. Non prometto mai niente, perché un SEO non può promettere, ci sono troppe variabili in gioco per promettere qualcosa, ma di solito, con la giusta strategia, i risultati si vedono.

Di solito questo è capibile da tutti. Le persone sanno che sul web ci sono una marea di informazioni ed è difficile riuscire ad emergere. Ma di solito, dopo questa mia semplicistica spiegazione, mi arriva un’altra domanda: Come fai a portare più in alto un sito? Ecco una rapida spiegazione in tre mosse.

1. Uso Google

Non so se l’avete notato, ma io amo citare dati e statistiche. Quando si parla di ottimizzazione e posizionamento in Italia, si parla di Google. Il 97% delle ricerche in Italia, infatti, comincia da google.it ed è anche il mio primo passo. Google è uno strumento potente, che ha centinaia di funzioni oltre il search e che cerco di sfruttare al massimo per avere una visione più dettagliata possibile. Questa è una parte di analisi fondamentale, perché, grazie ad una ricerca su Google, riesco a trovare un sacco di informazioni importanti: parole chiave, sentiment, concorrenti.

Cosa fa un SEO?
Sono uguale spiacciacata al tizio nella terza immagine

2. Caccia al difetto

Capita spesso che si debba ottimizzare un sito che è già online. Il mio compito in questo caso è trovare tutti i difetti del sito. Google penalizza i siti per certi comportamenti e devo sapere in che modo intervenire. Più o meno funziona così:”Controlliamo la velocità del sito. Ci sono delle pagine nascoste? Okay, i contenuti non sono un granché, bisogna migliorarli. Mancano i bottoni sociali. Togliamo l’intro che tanto non serve a niente. Sui siti non ci va la musica, non siamo più negli anni 90. L’unico Flash di cui voglio sentire parlare è Flash Gordon.”
A volte comunque l’unica soluzione è rifare il sito da capo.

3. Scrivo

Abbiamo già detto che i contenuti sono importanti per Google, vero? Bene. Quindi il mio lavoro principale è quello di produrre testi seo-friendly, ma che siano fatti per le persone. Non è per niente semplice.

Cosa fa un seo?
Il dizionario dei Sinonimi e Contrari è la bibbia del Seo

E altre storie…

Sappiamo bene tutti quanti che il lavoro di un SEO non si limita a quanto ho scritto sopra, ma a volte è bene semplificare, specialmente se mentre cerchi di spiegare tua nonna ti interrompe e ti chiede per la centesima volta se vuoi ancora un po’ di cannelloni (mia nonna tende a ripetersi, specialmente quando si parla di cibo). Se vogliamo essere fiscali, potrei anche dire che mi occupo di social media, ma questo significherebbe aprire un’altra discussione sulla differenza che c’è tra un profilo e una pagina di Facebook e sull’importanza di figure professionali come i Social Media Manager, ma credo che rimanderò al prossimo anno.

Fonte Immagini – 1 & 2