Si torna a parlare di lavori gratis. Ne avevo parlato un po’ quando l’Huffington Post era sbarcato in Italia. Di lavori gratis ne parlano in tanti nel mio settore. Ne hanno parlato, tra gli altri, Federica, Riccardo e Veronica. Proprio oggi sono capitata davanti al post di Sara in risposta ad un annuncio di lavoro che “prima devi fare il lavoro, poi forse ti facciamo il colloquio“.
Chi si occupa di web-marketing, in qualsiasi declinazione (SEO, Community Manager, Social Media Qualcosa), si trova spesso di fronte al problema lavoro gratis. In realtà credo che questo problema derivi dal fatto che le persone non abbiano idea di cosa facciamo, ma il nostro compito non è spiegare perché dobbiamo essere pagati, perché il nostro è comunque lavoro e, come persone, anche noi abbiamo bisogno di cibo, vestiti e altre amenità che si comprano con soldi.
Spesso le persone che offrono lavori non retribuiti tengono a precisare che loro offrono visibilità. Pensa che fortuna. Giusto per farlo notare, io lavoro nel campo del web-marketing: sono quella che la visibilità la crea e ho centinaia di modi di farmi notare. Non mi serve altra visibilità. Sono a posto così, grazie. Ciò che mi serve è un giusto compenso per quello che faccio. Ciò che chiedo è la semplice dignità di non dover dipendere dalla mia famiglia. Di potermi comprare i software e hardware che mi servono per potermi migliorare.

Fatta questa doverosa premessa, voglio comunque rassicurarvi: il problema del lavoro non retributo non si limita solo al web-marketing. La storia che vi voglio raccontare oggi è quella della dottoressa Danielle N. Lee, scienzata (urban scientist per la precisione), che da due anni scrive sul blog Scientific Americans con il nome di DNLee e focalizza i suoi interventi su “urban ecology, evolutionary biology & diversity in the sciences”.
Recentemente è stata contattata dal sito Biology Online per scrivere una serie di articoli con il suo nome da blogger. Ha chiesto le loro condizioni e ha ovviamente chiesto quanto sarebbe stata pagata.
La risposta di Biology Online è stata la solita:”Visibilità”.
A questo punto DNLee ha quindi gentilmente declinato l’offerta e ha augurato buona giornata al Blog Editory di Biology Online che per tutta risposta le ha mandato una mail chiedendole:”Are you an urban scientist or are you an urban whore?”. Per chi non ha dimestichezza con la lingua inglese, la parola “Whore” è una declinazione volgare della parola “prostituta”.
Questo ancora non ci era capitato. Non ci era ancora capitato di dire di no ad un lavoro gratuito e per questo essere insultati. Significa che anche dire di no a questo punto è diventato impossibile?
Nel caso voi non ci crediate… ci sono prove fotografiche

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La prova fotografica dell’insulto a DNLee

Non è mai un bene far innervosire i blogger. Perché un blogger ci mette due minuti a distruggere la tua reputazione. La risposta di DNLee infatti non è tardata ad arrivare: ha deciso di rispondere all’editor blog di Biology Online con un video su Youtube. Il video ha generato 229,468 views ed è stato ripreso anche da The Daily Dot (la mia fonte)

Ovviamente Danielle Lee ha anche deciso di scrivere un post sul blog con cui già collabora, in cui mostra tutta la corrispondenza con il blog editor di Biology Online (mascherandone il nome) e in cui arriva ad un punto finale in cui sostanzialmente si riassume tutta la frustrazione dei lavori gratis per visibilità

Seriously, all anger aside… this rationalization of working for free and you’ll get exposure is wrong-headed. This is work. I am a professional. Professionals get paid. End of story. Even if I decide to do it pro bono (because I support your mission or I know you, whatevs) – it is still worth something. I’m simply choosing to waive that fee

Ecco.