Non c’è due senza tre, quindi quando mi è arrivata la mail della nuova tappa di Dieci Cose e ho visto chi sarebbero stati i relatori ho deciso che dovevo andarci. Per cui per la terza volta sono pronta a raccontarvi l’esperienza. Nuovo incontro, nuovo resoconto. Questa tappa è stata un po’ diversa dal solito, visto che era in “trasferta”: è stata la città di Milano ad ospitare il nuovo Dieci Cose.
Perché mi piace Dieci Cose?
Prima di parlare della tappa nel dettaglio, vorrei dedicare due minuti per spiegarvi perché ho deciso di partecipare nuovamente a Dieci Cose. Ad un certo punto non è che partecipi a tre eventi giusto per avere il block-note dedicato, no?
Ho partecipato al primo evento per comodità. Il semplice fatto che fosse a Genova mi ha convinto a provarci. Certo, conoscendo Paolo, sapevo anche che non avrei pagato per una giornata di fuffa. Il secondo incontro, sempre a Genova, era gratuito. Probabilmente avrei partecipato all’incontro anche se fosse stato a pagamento (ma non diciamolo ad alta voce che magari diamo strane idee). Il terzo incontro non era né comodo né gratuito, eppure ci sono stata lo stesso e ho portato con me la mia collega Alessia e da Lucca, grazie a me, è venuta anche Beatrice.
- Dieci Cose è una bella chiacchierata in cui alla fine impari cose senza annoiarti. Mi piace l’atmosfera
- Ritrovo persone che mi fa piacere rivedere
- Mafe, Piero, Giorgio… Li conosco per fama: ci si incontra e si segue sui Social, ma è bello dare una dimensione umana, offline, a queste persone
- Un block-note in più comunque non fa mai male. In più c’è la pasta di mandorle che arriva direttamente da Catania!
La tappa di Milano
Prima di tutto vorrei dedicare un momento per ringraziare Alessia: senza di lei probabilmente starei ancora a girare nella metropolitana di Milano.
In secondo luogo vorrei dire al Tag di Milano Merano che cercare di vedere la mappa sul sito da mobile è una mission impossible: diciamo che la user experience lasciava a desiderare.
Per finire: Beatrice per molti è una vera e propria apparizione: la sua popolarità la precede. A lei hanno tenuto il posto in prima fila, a me no.
E’ Rocco che ci da il benvenuto alla nuova tappa: sia perché è il primo che vedo quando arrivo, sia perché è lui quello che presenta la tappa. Si vede che è un po’ emozionato, ma d’altra parte come non capirlo? C’è molta gente: l’evento è sold-out da un mese.
Lo storytelling di Mafe
E’ impossibile lavorare nel web marketing e non conoscere Mafe De Baggis. Il suo intervento è incentrato sullo “Trasmedia storytelling“: l’argomento mi appassiona parecchio. Mi trovo sulla sua stessa lunghezza d’onda, perché la “anticipo” un paio di volte. Quando parla di come le storie che vediamo diventano nostre, io penso subito all’argomento “rappresentazione” e della sua importanza. Poco dopo lei cita l’effetto Scully. Quando dice “Le storie sono nostre” io scrivo, sul mio quaderno di appunti, “Fanfiction? GPYO?”. Poco dopo è lei stessa a citare le fanfiction.
Tra i vari esempi di storytelling portati da Mafe vorrei dedicarmi solo un attimo a quello dell’Estetista Cinica. La mia domanda per Mafe è questa: la storia da raccontare può essere semplicemente onestà intellettuale? Perché dal caso che ci ha raccontato in diretta mi sembra che l’estetista cinica l’abbia convinta semplicemente dicendo la verità.
Infine Mafe ci ha chiesto di rispondere a tre domande in pochi minuti. L’ho fatto. Questo è quello che ho “prodotto”
Identifica il primo punto di contatto con i tuoi clienti
Tramite il passaparola. La maggior parte delle persone arrivano a me tramite altri progetti e altri professionisti con cui ho lavorato
Cerca di capire in quale modo cercano di capire se sei davvero la persona giusta
Mi pongo in maniera particolarmente onesta, ma mi sento entusiasta. Il blog fa il resto
Pensa se esiste un ambiente in cui esprimi la tua personalità, a completamento della professionalità
Questo blog ne è un buon esempio
Il Content Marketing di Rocco
A continuare il discorso dello storytelling di Mafe, arriva Rocco che ci parla di Content Marketing. E’ successo il miracolo: Rocco ha nominato la SEO. Non è stato in termini particolarmente positivi, ma almeno è stata nominata. Sia chiaro: mi prendo il merito di questa menzione!
Dell’intervento di Rocco mi è piaciuto soprattutto la parte in cui si è andato a parlare delle origini del content marketing che non è una cosa nuova, anzi…
La Digital Strategy di Giorgio
Non so se mi riprenderò mai dall’intervento di @Giorgiosoff, però ho un nuovo eroe! Voglio diventare come lui da grande #ilwebinpratica
— Elisa Maffei (@AcrossNowhere) March 11, 2016
A tre giorni dal mio tweet qui sopra… non mi sono ancora ripresa del tutto dall’intervento di Giorgio. Non solo è stato un fiume in piena di parole, ma è stato illuminante. Nel mio tweet dico che da grande voglio essere come lui. Dico da grande, perché effettivamente adesso come adesso non posso permettermi di essere come lui, ma ci sto lavorando.
Quello che porto con me è il costumer journey presentato da Giorgio che è tutto meno che lineare. Non è che non si sapesse, ma è un bel reminder.
I Facebook Ads di Paolo
La cosa bella dell’intervento di Paolo è che fin da subito ha parlato di Adblock e della sua incredibile crescita. Coraggioso, considerando che deve parlare di Facebook Ads, ma doveroso. Inoltre Adblock, come fa notare lui stesso, chiude porte, ma può aprire portoni: dagli instant articles al Facebook Audience network.
Gli interventi di Dieci Cose sono accompagnati da slide. La partecipazione al format da accesso a queste slide che mi sono arrivate proprio oggi. Quelle di Paolo a mio avviso sono le slide con più spunti, quelle su cui studierò di più, soprattutto visto che voglio imparare ad usare Canvas al più presto.
L’influencer marketing di Piero
Stamattina la mia giornata è iniaziata cercando di spiegare cos’è l’influencer marketing e perché non è né un sistema malato né inutile. Mentre cercavo di spiegare cosa c’è dietro un blogger che è anche un influencer, ripensavo alla spiegazione di Piero al Dieci Cose e un po’ soffrivo. Non sono un granché come Digital PR, ma a volte è necessario.
L’intervento di Piero è stato sicuramente il più dibattuto. Il momento delle domande era tecnicamente alla fine degli interventi: questo non ha fermato nessuno.
I tool di Claudia
Un applauso a @tigella che ha descritto la vita di merda che fa un social media manager. #ilwebinpratica pic.twitter.com/nF0Hh0GZqF
— dieci cose (@dieci_cose) March 11, 2016
L’ultimo intervento è quello di Claudia Vago, in arte Tigella, che ci presenta i Tool e la giornata media tipo (di merda, come sottolineato da Rocco) del social media manager. Spunti da sfruttare, nuovi strumenti da provare e con questo la giornata finisce. Il tempo di salutare e si torna verso Genova.
Considerazioni a margine
- Non ho fatto domande questa volta. Un po’ perché le domande che mi ero segnata sono state risposte poi durante gli interventi, un po’ perché ogni tanto è bene sorprendere le persone.
- Non posso più sentire parlare di Ceres e Taffo. Non ce la faccio proprio. Fisicamente. Ho il rifiuto.
- Il dibattito a pranzo tra me e Beatrice: quanto si ci può esporre sui social? Che era stato anche l’argomento di questo post blog qui
That’s all, folks. Alla prossima tappa! E ricordate…
Se hai bisogno di un SEO chiami… la sottoscritta 🤓 #ilwebinpratica
— Elisa Maffei (@AcrossNowhere) March 11, 2016